La candidatura di Torino a Smart City
Oggi è una giornata di orgoglio per Torino, dice in apertura l’Assessore all’Ambiente del Comune di Torino Roberto Tricarico. Siamo infatti soddisfatti per il cammino che ci ha portato qui, a presentare pubblicamente la forza della nostra città, che si candida a ruolo di Smart City.
Torino arriva oggi preparata, dopo un lungo lavoro e importanti politiche di sostenibilità avviate ormai da tempo: la città ha promosso progetti riconosciuti a livello europeo, ricorda Roberto Ronco, Assessore all’Ambiente della Provincia di Torino, e tutte le istituzioni sono qui oggi perché intendono mettere a disposizione le loro competenze con la volontà forte di continuare a lavorare in sinergia.
Già, il 10 febbraio del 2009 a Bruxelles, Torino era una delle prime città europee a sottoscrivere ufficialmente il Patto dei Sindaci (un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea per coinvolgere attivamente le città nel percorso verso la sostenibilità energetica e ambientale) e il 13 settembre del 2010 il Consiglio Comunale approvava il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile della Città, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 40% al 2020, oltre ad un risparmio annuo di circa 350 milioni, a beneficio delle amministrazioni e dei cittadini.
Ma ora la scommessa è più alta.
Per diventare Smart City –e quindi attingere ai finanziamenti dell’Unione Europea che, tra pubblici e privati potrebbero sfiorare gli 11 miliardi di euro- devono essere definiti e sviluppati progetti di sostenibilità dal punto di vista energetico, rendendo la città più vivibile, coinvolgendo il mondo dell’industria, le imprese, le associazioni di categoria, il sistema bancario, i centri di ricerca e le altre organizzazioni pubbliche o private. Le imprese che hanno manifestato l’adesione alla nostra candidatura, continua l’Assessore Tricarico, avranno un ruolo essenziale e noi, non solo favoriremo i loro progetti, ma ci faremo promotori noi stessi di un programma, che valuteremo con il sistema industriale, in modo paritetico.
La città intende lavorare su due filoni: quello della riconversione energetica degli edifici e quello della mobilità sostenibile.
Questa è un’occasione quasi unica, commenta Francesco Profumo, Rettore del Politecnico di Torino, per diventare la città del futuro e per creare una nuova economia. Ci sono tutti gli strumenti e le tecnologie per farlo, e la volontà è forte da parte di tutti i livelli istituzionali, delle aziende municipalizzate, del Politecnico e dell’Università degli Studi di Torino che mettono a disposizione le loro competenze.
Partecipare al progetto e alla candidatura della città rientra nell’impegno della FIAT, interviene Stefano Re Fiorentin del Centro Ricerche FIAT. L’obiettivo è quello di valorizzare un sistema di mobilità che vada oltre le caratteristiche della singola automobile e Torino può essere un laboratorio sperimentale in larga scala dell’approccio integrale al problema.
Durante tutto il mese di marzo si procederà alle audizioni con le singole imprese.
È importante ricordarsi e sottolineare che le Smart City vogliono il vantaggio individuale e quello collettivo, dice Roberto Pagani del Politecnico di Torino, che ha accompagnato il Comune in questi anni di lavoro. Per raggiungere questi obiettivi è necessario un consistente apparato metodologico perché gli interventi possano essere verificabili, coordinabili e efficaci. Ma soprattutto c’è bisogno di nuove idee e di duro lavoro.
Ma Torino è pronta e accetta la sfida.
Alfonsa Sabatino