Clini presenta il Piano Nazionale italiano per un’economia low carbon
Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha presentato, all’ultima riunione del CIPE, l’atteso Piano Nazionale per la Riduzione delle Emissioni di Anidride Carbonica. “Questo governo ha incorporato gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia all’interno del documento di programmazione economico-finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministri”, ha affermato l’altroieri il Ministro, durante la conferenza di presentazione del Rapporto Ambiente ed Energia dell’ENEA.
La Roadmap si lega strettamente agli obiettivi assunti dall’Italia nell’ambito del Pacchetto Clima Energia 20-20-20 dell’Europa, che impegna gli Stati membri, entro il 2020, a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 20%, e di raggiungere il 20% di quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali. In una prospettiva di più lungo termine, il Piano italiano fa riferimento anche alla nuova “Roadmap per una Transizione verso un’Economia a Basso Contenuto di Carbonio al 2050”, che verrà adottata a giugno nel corso del prossimo Consiglio Europeo. Nel Piano europeo, i target sono scadenzati per i prossimi decenni: meno 25% al 2020, 40% al 2030, 60% al 2040 e 80% al 2050, rispetto ai livelli del 1990.
Nella Roadmap italiana gli obiettivi arrivano invece al 2020. In particolare il Ministro Clini indica alcune priorità , tra cui la promozione dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, attraverso lo sviluppo di una filiera nazionale delle tecnologie eco-sostenibili, la diffusione di sistemi distribuiti ad alta efficienza di generazione di elettricità, calore e freddo, connessi attraverso smart grid come infrastruttura delle smart city. Saranno anche importanti gli interventi di efficienza energetica nell’edilizia (compreso il patrimonio pubblico) e una nuova gestione dei trasporti che favorisca finalmente la mobilità pubblica e la ferrovia rispetto agli spostamenti privati in automobile. Anche il settore forestale potrà contribuire a centrare gli obiettivi.
Sul piano della fiscalità, si propone l’estensione del credito d’imposta del 55% già applicato all’efficienza energetica nell’edilizia agli investimenti finalizzati alla riduzione dell’intensità di carbonio dell’economia, una misura che ha già portato molto alle casse dello Stato tramite nuova occupazione, maggiore reddito ed emersione dell’evasione. Sul piano degli incentivi, si propone inoltre di continuare con il meccanismo dei certificati verdi e di portare le energie rinnovabili verso la grid parity; su come questo risultato sarà raggiunto, non ci sono molte delucidazioni nel Piano e questo è un vuoto importante, viste le proteste di questi giorni sul taglio agli incentivi alle rinnovabili.
Ma la vera novità potrebbe essere la proposta di una nuova “carbon tax” sulle emissioni di carbonio, da applicare nei settori non coperti dall’Emission Trading Scheme europeo. I proventi della carbon tax e della vendita dei permessi di emissione di CO2 andrebbero poi a essere utilizzati in investimenti per ridurre l’intensità di carbonio, anche attraverso il potenziamento del Fondo Rotativo del Protocollo di Kyoto.
Veronica Caciagli