Le famiglie pagano i costi dell’industria
La relazione del Comitato di gestione sull’applicazione del Protocollo di Kyoto, ratificato in Italia nel 2002, presenta cifre che dimostrano che i tetti di emissione di anidride carbonica sono stati abbondantemente superati. Per mettersi in regola sono necessari 550 milioni di euro entro la fine dell’anno. In caso contrario si andrebbe incontro a una multa di più di 5 miliardi di euro. Il governo ha pensato di prelevare i 550 milioni, anzichè dalle industrie inquinanti, dalle bollette elettriche delle famiglie. Le associazioni dei consumatori sono allibite: “Non si capisce perchè debbano essere ancora una volta le famiglie, in gravissima crisi, a pagare i ritardi nel rispetto del protocollo di Kyoto” afferma Carlo Pileri dell’Adoc, “dopo 25 anni stiamo ancora pagando i costi dello smantellamento delle centrali nucleari: 1,80 euro ogni 100 euro di bolletta“. Oltre a questi costi, il Governo si sta preparando anche a far pagare ai cittadini i costi di circa cento aziende di distribuzione di energia elettrica, grazie a un emendamento nascosto nel pacchetto anticrisi della legge 102/09 del 3 agosto 2009. Il provvedimento è stato segnalato alla commissaria europea per la Concorrenza, Neelie Kroes, da Paolo Lnaid, segretario di Adiconsum. A queste cento aziende saranno così pagate le perdite accumulate, scelta già criticata anche dall’Autority per l’energia elettrica e il gas, con una segnalazione inviata al Parlamento italiano il 22 luglio 2009, che non ha mai ricevuto una risposta.
Roberto Camatel