I sette virtuosi del PAN
Nonostante l’immagine non stiamo parlando dell’antico flauto a canne, noto anche, nella mitologia greca, come “siringa”. Ma pur sempre di ambiente si tratta e dei sette stati membri dell’Unione che, oltre a compiacere la divinità silvestre, hanno soddisfatto la Commissione Europea consegnando in tempo i “compiti” pre-estivi.
Il 30 giugno è scaduto infatti il termine fissato per presentare i PAN, i Piani di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili, contenenti le misure concrete che gli stati membri si impegnano ad adottare, da qui al 2020, per rispettare, secondo le proprie caratteristiche nazionali, quanto previsto dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili.
I piani, elaborati secondo lo schema fornito dalla Commissione, dovranno contenere informazioni dettagliate sugli obiettivi da raggiungere nei vari settori, sul mix tecnologico che si intende utilizzare, ma anche sull’ evoluzione delle misure e delle riforme che gli stati dovranno adottare per superare le barriere che oggi frenano lo sviluppo delle rinnovabili.
Benché il termine di presentazione sia ormai scaduto da quasi due settimane, sul tavolo dei funzionari comunitari, alla fine della scorsa settimana, non erano arrivati che sette programmi nazionali: quelli di Austria, Danimarca, Finlandia, Olanda, Svezia, Gran Bretagna e Spagna.
Secondo quanto assicura l’addetto stampa della Direzione Energia all’Ansa, la maggioranza dei documenti mancanti è attesa “in tempi brevi” e pare non ci sia per il momento intenzione, da parte della Commissione, di attivare procedure di infrazione nei confronti dei ritardatari. Il calendario comunitario consente infatti, grazie alla pausa estiva, di accordare due mesi in più per presentare i piani, visto che la prossima riunione utile della Commissione, per decidere eventuali azioni contro i paesi in difetto, non potrà tenersi prima di settembre.
Una volta ricevuti i piani Bruxelles dovrà emettere un primo giudizio di completezza e credibilità, riservandosi una valutazione complessiva entro la fine dell’anno.
Che solo 7 stati su 27 abbiano rispettato la scadenza, dimostrando di aver ragionato per tempo sulla valenza strategica delle rinnovabili nel proprio percorso di sviluppo sostenibile, lascia tuttavia una certa amarezza e ripropone l’immagine un po’stereotipata – ma forse non del tutto errata - dei paesi nordici (più la Spagna) come primi della classe, inseguiti a stento, su questo terreno, dai Pierini ripetenti del Sud.
Redazione Greenews.info