Finalmente la canapa ha una legge! Soddisfazione per tutta la filiera
Il 14 gennaio è entrata in vigore la legge n. 242 del 2 dicembre 2016 “per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”. L’iter di approvazione era iniziato con il passaggio all’unanimità alla Camera nel novembre 2015, per poi essere completato al Senato lo scorso 22 novembre. Dopo il progressivo annientamento della filiera negli anni ’50, l’Italia dispone dunque nuovamente di una legge che regola il settore della canapa.
Grande soddisfazione da parte di Assocanapa, il Coordinamento Nazionale per la Canapicoltura, di Carmagnola (TO), che ha portato tenacemente avanti la battaglia per quasi un ventennio. ”Fin dal 1998 – racconta la presidente Margherita Baravalle, che ha recentemente sostituito il fondatore Felice Giraudo - avevamo ottenuto il riconoscimento che in Italia, per coltivare canapa industriale, non occorresse autorizzazione. Ma questo discendeva dalla regolamentazione europea che lasciava ad ogni stato la facoltà di decidere se assoggettare oppure no ad autorizzazione preventiva la coltivazione. La situazione quindi rimaneva oscura per le Forze dell’Ordine e questo spesso ha complicato la vita agli agricoltori richiedendo il nostro intervento e talvolta anche l’assistenza di un avvocato. Per questa ragione fin dal 2006 abbiamo perseguito ogni anno, con costanza, l’obiettivo di ottenere una legge che affermasse che alla canapa industriale non si applica la normativa antidroga. Negli ultimi anni con la diffusione della coltura la situazione era migliorata perlomeno nelle zone in cui la canapa da lenzuola ormai era conosciuta”.
Con la legge approvata lo Stato Italiano sceglie ora, in tutta chiarezza, di non assoggettare più ad alcuna autorizzazione la coltivazione della canapa, riconoscendole, al contrario, una valenza di interesse pubblico e promuovendone la coltivazione. “Riteniamo che l’Italia sia il primo paese al mondo ad avere una legge chiara come questa – aggiunge la presidente – sulla quale bisognerà impiantare rapidamente procedure e provvedimenti attuativi. E noi ci saremo, con l’impegno di sempre”.
Il Ministero delle Politiche Agricole, da parte sua, prevede anche la promozione di un sistema di qualità alimentare per i prodotti derivati dalla canapa, argomento che interessa un numero crescente di associati di Assocanapa e altri produttori nazionali, che da tempo si dedicano allo sviluppo delle opportunità di questa versatile materia prima nel settore alimentare. Secondo il ministro Maurizio Martina, grazie a questa legge ”per l’Italia si apre la strada per recuperare la leadership del passato”. Basti pensare che all’inizio del 1900, in Italia, si coltivavano più di 100.000 ettari di canapa, mentre nel 2015 si è ritornati a poco più di 3.000. Una strada, dunque, molto lunga, che prevede anche l’intervento del Ministero della Salute, il quale avrà ora 6 mesi di tempo per legiferare su una questione che – ricorda il sito Canapaindustriale.it – sta a cuore a tutti i produttori di canapa ad uso alimentare e cosmetico: la percentuale di THC che può essere contenuta nei prodotti per la cura del corpo e nei cibi.
Le principali novità introdotte dalla nuove legge sono tre: oltre a non essere più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate (i coltivatori dovranno conservare i cartellini e le fatture della semente acquistata per un periodo non inferiore a dodici mesi), la percentuale di THC nelle piante analizzate potrà oscillare dallo 0,2% allo 0,6% senza comportare sanzioni per l’agricoltore. Nel caso in cui la percentuale di THC dovesse superare la soglia dello 0,6%, l’autorità giudiziaria potrà disporre il sequestro o la distruzione della coltivazione, ma anche in questo caso “è esclusa la responsabilità dell’agricoltore“. Sono infine previsti finanziamenti, fino ad un massimo di 700.000 euro l’anno, “per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa”.
“Rimangono alcuni interrogativi - aggiunge Baravalle – che andranno a chiarirsi prossimamente. Auspichiamo con l’ulteriore modifica del DPR 309/1990 o meglio ancora con la sua sostituzione con una normativa più adeguata ai tempi. Per quanto riguarda i controlli non possiamo che condividere l’idea di affidare alla Forestale (ora Carabinieri) l’attuazione del sistema dei controlli amministrativi, temiamo pero’ che si possano riscontrare difficoltà insormontabili a farlo già per la prossima stagione perché si tratta di una vera e propria rivoluzione, che richiede risorse umane preparate e dotate di mezzi adeguati e quindi una tempistica che non mi sembra possibile ridurre a tre mesi”. E conclude: “Per l’agricoltura e in generale per tutta la popolazione la portata di questa legge può essere molto più importante di quello che oggi si può immaginare”.
Soddisfatto anche il presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo: “Oggi si ha finalmente un quadro legislativo che può valorizzare le caratteristiche distintive della canapa in Italia, dove si sta verificando una rapida diffusione della coltivazione dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli, Sicilia e Sardegna”.
Redazione Greenews.info