Dal 2011 stop ai sacchetti di plastica
Alcune città francesi e americane ci hanno pensato anni fa. In Italia c’è voluto un po’ più di tempo e le consuete proroghe ma ieri, 22 dicembre, il Consiglio dei Ministri ha finalmente confermato lo stop all’utilizzo dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011.
La decisione è definitiva. Lo annuncia in una nota il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo che, dopo essersi opposta all’introduzione dell’ennesima proroga, spiega: “E’ una grande innovazione, quella introdotta dal governo, che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all’inquinamento, rendendoci tutti più responsabili in tema di riuso e di riciclo. Perché il provvedimento possa però produrre risultati concreti – aggiunge – è necessario il coinvolgimento pieno degli operatori commerciali, della piccola e della grande distribuzione, perché sperimentino su larga scala sistemi di trasporto alternativi ai sacchetti di plastica, e dei cittadini“.
Legambiente, che nei mesi scorsi ha lanciato la campagna “Ridurre si può“, mettendo in atto anche la petizione “Stop ai sacchetti di plastica“, con cui richiedeva al Governo l’effettiva dismissione delle plastic bags, ricorda che, in Italia, si consumano circa 20 miliardi di buste all’anno, un primato per cui il nostro Paese ha conquistato la maglia nera europea.
Sostituendo con 10 sporte riutilizzabili i 300 sacchetti di plastica che ogni italiano consuma all’anno, risparmieremmo più di 180 mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2, ma soprattutto eviteremmo di disperdere plastica indistruttibile nei campi, lungo le rive dei fiumi e nei mari. Infatti, circa 4/5 del rifiuto in mare arriva da terra sospinto dal vento o trascinato da scarichi d’acqua e fiumi. Solamente il 20% proviene da rifiuti dispersi in mare dalle navi. Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica. Per intenderci, si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni 50 in poi.
Nel giugno del 2006 un rapporto elaborato all’interno di un programma di salvaguardia ambientale delle Nazione Unite ha stimato in circa 20,000 unità i detriti più o meno grandi presenti in 1 Km quadrato di superficie marina.In alcune aree maggiormente compromesse la quantità di unità in detriti presenti superava i 400,000 pezzi per Km quadrato. Meglio tardi che mai, visto che i sacchetti inquinano troppo. Vengono utilizzati in media per 20 minuti, ma l’ambiente ci mette in media 200 anni per “digerirli“.
Francesca Fradelloni