Cambiare vita e “scalare marcia”. Il downshifting secondo Simone Perotti
“Leggerezza, giramento di testa, vuoto allo stomaco, quello che ho provato il primo giorno da uomo libero, non si può raccontare”, ricorda Simone Perotti, il 5 maggio ospite al “Festival dei comportamenti umani” in scena a Lodi (dal 3 al 7 maggio). Perché di comportamenti umani si tratta, quando si decide di cambiare vita, di rinventarsi un impiego, di acchiappare il tempo e tenere in conto le ore e i giorni imparando a riempirli di nuovo di desideri e sogni. E’ un comportamento radicale quello che ha portato Perotti, in cima alle classifiche con i successi di vendite “Adesso basta – Lasciare il lavoro e cambiare vita” e “Avanti tutta – Manifesto per una rivoluzione individuale”, dopo quasi vent’anni di lavoro a lasciare tutto per dedicarsi alla scrittura e alla vela. Non si tratta solo di “paura di invecchiare”, ma è una scelta che scava nel profondo della morale e dell’etica, che fa muovere chi non vuole partecipare a questo mondo sbagliato e pensa che si possa vivere meglio con meno, in direzione di una vita a basso impatto ambientale, esistenziale, relazionale, psicologico, oltre che economico. Lo stesso obiettivo che si pone, ormai da tre anni, il Festival di Lodi, sin dai suoi inizi alla ricerca di nuove risposte, idee e suggestioni per affrontare la quotidianità. Oggi per capire le inquietudini della crisi e affrontare le incertezze provocate dai cambiamenti sempre più veloci. Quest’anno lo fa con ospiti d’eccezione, oltre allo scrittore Simone Perotti, Luciano Ligabue, Stefano Benni, Maurizio de Giovanni, Folco Quilici, Marco Malvaldi, Folco Terzani, Philippe Daverio, Simone Cristicchi, Toni Capuozzo e Edoardo Boncinelli sono solo alcuni dei nomi che parteciperanno a questa edizione. Perotti, padre italiano del downshifting, che ha portato in patria il concetto dello “scalare una marcia”, porterà alla kermesse la presa di coscienza che marca il ritorno a “relazioni solidali non commerciabili”.
D) Perotti, lei ha cambiato vita senza aver vinto al Superenalotto, ma non è l’unico. Sono sempre di più gli italiani che lo fanno. Perché?
R) Non c’è più bisogno di filosofie unificanti, oggi la necessità è prendere una via nuova, la propria. Oggi occorre muoversi da soli per vivere meglio, per vivere più felici. Sono sempre di più le persone che decidono di interrompere la loro partecipazione a un mondo che sta crollando, che non funziona più nonostante le promesse.
D) Cosa scatta?
R) Si smette di correre dietro al benessere, il prezzo del guadagno appare troppo alto, il consumo sciocco, gli oggetti incapaci di dare gioia, le ore nel traffico in mezzo alle polveri sottili non più sopportabili, l’ansia di “arrivare primi” e di “arrivare più in alto” genera vuoto. La scelta non può che essere radicale.
D) Complice la crisi?
R) Certo i periodi come questi, di cambiamento, sono fatali. In quest’epoca in cui la promessa è saltata, si è bruciato il patto di una vita agiata e un futuro radioso. Oggi non ha senso svegliarsi la mattina, lavorare 10 ore per una pensione che non arriverà mai.
D) In realtà oggi il problema è non avere il lavoro, non lavorare troppo…
R) Non sono d’accordo. In Italia la disoccupazione è all’8,9 per cento, il problema è il restante 92 per cento. La preoccupazione è per come vive la maggioranza: tra ricerca del potere, rincorsa della carriera e sotto scacco del consumismo. E i sogni? Chiusi nel cassetto e una vita vissuta a metà e spesa per ciò che non conta…
D) Come si diventa uomini liberi?
R) Non ci sono formule e ricette, l’importante è trovare una via originale. Basta liberarsi dell’omologazione, imparare a costruire se stessi prima di tutto: diventare uomini e donne solidi e forti. Il trucco è non cadere nelle trappole del consumismo, del commercio, ma soprattutto iniziare a non avere paura della solitudine.
D) In un suo post scrive: “…distanza irrecuperabile dalla Borsa Valori, dallo spread, dal denaro come metro di giudizio, distanza dagli esodi delle ferie, distanza siderale dalle scene che vedo in televisione sulla vicenda della Lega…”, non pensa che non occuparsi dell’attualità possa sfociare nel qualunquismo?
R) No. Da questa attualità bisogna salvarsi, da questa politica bisogna allontanarsi, bisognerebbe non aver paura di vivere, occuparsi di diventare delle persone equilibrate e allenare il proprio senso critico.
D) Cosa consiglierebbe a un giovane che si affaccia al mondo del lavoro?
R) Di non farsi assumere! Oggi è necessario non dipendere da questo sistema.