Alfred Nobel, storia dell’ideatore del Premio e della dinamite
Con la consegna del premio per l’Economia agli statunitensi Christopher Sims e Thomas J. Sargent si è conclusa ieri la cerimonia dei premi Nobel, iniziata lunedì 3 ottobre con i premi per la Medicina. Ma chi era Alfred Nobel? Veronica Ulivieri ha ripercorso, per Greenews.info, le tappe fondamentali della sua vita e l’amicizia segreta con il torinese Ascanio Sobrero.
Per scavare nella roccia un tunnel ferroviario ne basta un cucchiaio, e qualche milligrammo fa bene anche per curare certe patologie cardiache. Il suo potenziale detonante l’ha resa però una presenza costante nelle guerre e i conflitti armati del Novecento. La nitroglicerina è il caso più eclatante di come un’invenzione realizzata per favorire il progresso civile sia poi stata usata per arrestarlo. A scoprirla fu, nel 1847, un medico e chimico torinese, Ascanio Sobrero, allievo dei migliori scienziati dell’epoca, animato dal sogno di inventare un esplosivo che potesse essere utilizzato per le grandi opere di una società in pieno fermento: ampliamenti delle vie di comunicazione, tunnel ferroviari, sviluppo dell’industria mineraria.
La sostanza, però, era molto instabile, ed esplodeva troppo facilmente. Solo venti anni più tardi, dopo esperimenti che gli costarono anche la morte di un fratello, la stabilizzò Alfred Nobel: gli bastò aggiungere alla nitroglicerina, un liquido oleoso di colore giallo, della farina fossile, creando così la dinamite. Nobel e Sobrero si conobbero e collaborarono: un sodalizio tenuto segreto, fatto di reciproca ammirazione, cui recentemente è stata dedicata un’avvincente puntata della trasmissione Destini incrociati su Radio24.
Sobrero studia a Parigi, allievo del futuro maestro di Alfred Nobel, Thèophile Jules Pelouze, e in Germania. Qui, nel laboratorio del grande chimico Justus von Liebig (l’inventore del dado di carne per brodo!) fa i primi esperimenti sugli esplosivi, partendo da materie prime vegetali. E’ infatti dallo zucchero di canna e dai tuberi della dalia che nel 1843 lo scienziato torinese isola la mannite, da cui crea la nitro-mannite, un nuovo esplosivo detonante particolarmente stabile, semplice da preparare e da conservare. Nello stesso anno, Sobrero scopre anche analoghe proprietà nello zucchero di canna nitrico o saccarosio fulminante. Ma lo scienziato torinese sognava di spianare la strada al progresso e queste sostanze erano esplosivi troppo “blandi” per scavare un tunnel o una galleria in una miniera. Chiuso nel suo laboratorio, non pensava certo alle devastazioni ambientali che ne sarebbero potute derivare, né all’utilizzo bellico. Nel 1847 scopre il più potente di tutti gli esplosivi, la nitroglicerina, ottenendola attraverso la reazione del glicerolo con una miscela concentrata di acido nitrico e acido solforico. Un ritrovato perfetto per le grandi opere civili, e dotato anche di virtù mediche, essendo un vasodilatatore utile in varie patologie cardiache, come l’angina.
Il potente liquido oleoso è però altamente esplosivo e Sobrero rischia la vita durante un esperimento. Il pericolo lo convince ad abbandonare gli studi. Intanto, Alfred Nobel, non ancora diciottenne, è già diventato un chimico esperto e si sta perfezionando a Parigi, alla Scuola di Pelouze. Nonostante la sua giovane età, conosce bene la chimica ed è dotato di un grande spirito imprenditoriale: nel 1851 arriva così ad Avigliana, in provincia di Torino, in cerca di Sobrero.
Nobel è deciso a stabilizzare l’esplosivo e, dopo centinaia di esperimenti, ci riesce nel 1867. La sua invenzione ha un enorme successo e in poco tempo il giovane scienziato svedese apre più di venti fabbriche in tutta Europa, tra cui il dinamitificio di Avigliana (oggi bonificato e sede di un golf club), avviato attraverso la collaborazione – mantenuta sempre segreta – con il chimico torinese. Grazie all’esplosivo, Nobel diventa uno degli uomini più ricchi del suo Paese, ma rimane un inguaribile ottimista: vede negli usi civili a cui aveva pensato Sobrero i capisaldi del suo business e pensa che non sarà mai utilizzato per scopi bellici. «La mia dinamite porterà alla pace più in fretta di migliaia di convenzioni», scrive all’amica pacifista Bertha Von Suttner. «Il giorno in cui due armate si potranno distruggere reciprocamente nell’arco di un secondo, tutte le nazioni civilizzate non potranno che arretrare inorridite e procedere a smantellare gli eserciti».
Purtroppo, come noto, le previsioni di Nobel si rivelarono completamente sbagliate e il chimico viene soprannominato “il mercante della morte”. Un peso troppo grande che il giovane Alfred non accetta di portare: non vuole essere ricordato in eterno solo come l’inventore di una polvere distruttiva, e forse si pente di non aver pensato ai disastri che l’invenzione avrebbe potuto causare. Inizia a pensare a una soluzione. Ed è proprio la baronessa Von Suttner a venirgli in aiuto, consigliandogli di investire nella pace. Nel 1895, Nobel dà al mondo una notizia strabiliante: quando morirà, il suo immenso patrimonio andrà a costituire un fondo, i cui interessi saranno ogni anno ripartiti tra cinque personalità che nell’anno precedente avranno contribuito al benessere dell’umanità, in diversi ambiti (la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace). Nel 1896, dopo complicazioni cardiache e un periodo di cure a base proprio di nitroglicerina, Nobel muore. I premi, oggi più famosi della dinamite, vengono assegnati per la prima volta nel 1901.
Veronica Ulivieri