Think global, dance local!
E’ il grido di chi vuole smetterla di demonizzare la night life e dire - a tutti quelli che pensano che ballare e divertirsi sia solo uno spreco di energie e risorse - che un altro modo di fare festa è possibile…e, soprattutto, eco-compatibile.
EVA (acronimo di ElectroVideoAmbiente), il progetto con cui Associazione Culturale Situazione Xplosiva esplora le connessioni tra musica elettronica, elettroacustica e rispetto dell’ambiente è un esempio concreto di questa nuova tendenza. Dalla sua costituzione, dieci anni fa, Associazione Xplosiva, regina del nightclubbing torinese, nazionale ed ormai europeo (con l’ormai consolidato appuntamento novembrino del Festival Internazionale di Musiche e Arti Elettroniche Club To Club), ha sempre mostrato, oltre ad un’attenzione speciale ai nuovi stili musicali, la volontà di trovare sinergie con le arti visive, le arti performative, il cinema e la sostenibilità. Con EVA, da maggio 2008, questo impegno si è concretizzato in una serie di iniziative a “zero emissioni” che hanno accompagnato il calendario degli eventi dell’associazione: dal buono per un aperitivo con vino biologico regalato a chi arriva in bicicletta o si presenta con un kg di carta da riciclare, alla possibilità di usufruire gratuitamente di cuffie e stuoie mentre si ascoltano dj e gruppi la cui musica è alimentata da energia a idrogeno (ElectroPowerSystems) o da energia solare fotovoltaica (laboratorio Hysylab di Environment Park).
Recentemente, in occasione della manifestazione “Uniamo le energie”, Xplosiva ha ospitato presso il suo stand una delle più rivoluzionarie proposte di eco-sostenibilità in ambito di nightclubbing: il sustainable dancefloor, letteralmente “pista da ballo sostenibile”, progettato e realizzato da Michel Smit (Sustainable Dance Club), Stef van Dongen (Enviu) e J.J. H. Paulides dell’Università di Eindhoven.
Abbiamo incontrato Alessandro Maioglio, uno dei fondatori dell’Associazione Xplosiva, in occasione di uno degli aperitivi sostenibili, organizzati per permettere al grande pubblico di toccare con mano (o meglio: con i piedi) le virtù di questo innovativo gioiello dell’eco-fun:
D) Come è nato il progetto EVA?
R) Eva nasce dall’intenzione di creare un format che avvicini la musica elettronica all’ambiente in vari modi. Nonostante l’apparente ossimoro, la musica elettronica è pur sempre arte e come ogni altra arte si interroga sulla questione ambientale. Sono molti i musicisti e sound designer che cercano di dare il loro contributo al problema, sia affrontando il tema nei loro brani, sia lavorando soprattutto sull’inquinamento sonoro degli spazi urbani, creando, attraverso opere di sound design, atmosfere meno caotiche e quindi meno stressanti e più vivibili. EVA si pone come obiettivo quello di raccogliere e dare spazio a questi contributi. C’è poi una questione più tecnologica e culturale: l’intrattenimento musicale inquina. E’ possibile ridimensionarne l’impatto ambientale? Da questo interrogativo sono nate le collaborazioni con SDC, con PLAY ON PLAID e con L’ENVIRONMENT PARK, lavorando su progetti che riducono il consumo energetico di tutto ciò che serve in una serata, dalla consolle all’impianto, dalle luci alle immagini.
D) In cosa consiste l’impatto di una discoteca, un evento o un festival sull’ambiente circostante in termini di inquinamento?
R) Non esistono dati precisi in merito, anche perché le percentuali variano da club a club, così come da evento a evento. Dipende ovviamente dalla dimensione del club e dalla sua dislocazione nella topografia cittadina. Se, ad esempio, si trova in zone periferiche molte più persone prenderanno l’auto per raggiungerlo, di conseguenza si avrà maggiore produzione di CO2. La quantità di gente è un fattore importante, perchè influisce sia sui consumi che sull’assorbimento del suono.
3) Recentemente molti festival musicali si sono svolti nel rispetto dell’ambiente che li ha ospitati adottando misure e accorgimenti per evitare inquinamento e sprechi. Basti pensare alle migliaia di bicchieri di plastica, ai rifiuti organici, all’acqua potabile utilizzata. In che direzione si stanno muovendo i gestori dei locali notturni?
R) La situazione nazionale è abbastanza fuori controllo. All’estero si usano piccoli accorgimenti che quantomeno riducono i consumi e facilitano la differenziazione dei rifiuti, come la cauzione sul vetro che si versa in Germania, restituita alla consegna del vuoto. Il Watt [il primo club che ha adottato la filosofia del People Party Power e che produce energia utilizzando quella prodotta dai ballerini in pista, N.d.R] comunque rimane una mosca bianca nel panorama mondiale.
D) Progetti futuri di EVA?
R) Per il momento tutte le nostre energie sono concentrate sull’evento internazionale Club to Club, che si svolgerà tra Torino e Bruxelles dal 5 al 7 novembre. Di altri progetti se ne riparlerà terminato questo tour de force!
Party, ecologia e tutela della quiete possono dunque convivere? Mentre intervistavamo Maioglio, sulla pista di Torino Esposizioni saltellavano, come grilli silenziosi in una scena surreale, gruppi di giovani, ma anche mamme con i loro bambini – tutti rigorosamente dotati di cuffie wireless, per non disturbare i vicini impegnati in altre attività. Risultato: loro si sono divertiti a ballare, producendo con il calpestio l’energia necessaria ad alimentare il gioco di luci della piattaforma e l’impianto sonoro, noi abbiamo potuto conversare amabilmente senza urlarci nelle orecchie e improvvisarci mimi.
Elena Marcon