Renault spinge l’acceleratore della mobilità elettrica per anticipare il mercato
Scriveva Louis Renault, il 14 aprile del 1932: “Io ho per natura il desiderio di realizzare qualcosa e di realizzarlo rapidamente. Inoltre ho sempre amato l’indipendenza. Cos’è che poteva, più dell’automobile, rispondere a queste due caratteristiche: velocità e indipendenza?”.
A distanza di 76 anni, quello stesso spirito che guidò allora l’imprenditore francese nell’anticipare le tendenze del mondo automobilistico, contraddistingue oggi la visione della casa da lui fondata: non solo per le caratteristiche che Louis Renault aveva indicato come irrinunciabili per l’epoca – “velocità e indipendenza” – ma per via di una terza leva – quella della “eco-responsabilità” – rispetto alle nuove sfide ambientali.
Ne ha parlato il 13 aprile – alla vigilia dell’e-Prix di Roma - Jean-Philippe Hermine, direttore del Piano Strategico Ambientale del Gruppo Renault, nella suggestiva cornice del MAXXI, illustrando alla stampa il modo e i tempi in cui Renault intende essere “acceleratore della transizione verso la mobilità elettrica”. “Una mobilità sostenibile per tutti, con veicoli a zero emissioni e con nuove soluzioni di trasporto per tutti coloro che ne hanno bisogno, che preferiscano esserne proprietari o condividerle”, ecco l’obiettivo del Gruppo Renault – a metà tra le vendite tradizionali e lo sharing.
Leader del mercato elettrico europeo, con una quota pari al 23,8%, oggi, più di un veicolo elettrico su quattro venduti in Europa ha il marchio della losanga. Renault è il costruttore con la gamma più ampia di veicoli 100% elettrici. “Chi ha provato un veicolo elettrico, non torna mai indietro”, assicura il manager francese, che annuncia la creazione della filiale “Renault Energy Services”, nata per investire in progetti nel settore delle “smart grid”, creando “rapporti preferenziali con i diversi player dell’energia, e promuovendo, attraverso la mobilità elettrica, la valorizzazione dell’energia proveniente da fonte rinnovabile, per un ciclo virtuoso delle zero emissioni”.
Tre gli ambiti principali di sviluppo: lo smart charging – ricarica intelligente – per modulare la ricarica del veicolo in funzione dei fabbisogni dell’utente e dell’offerta di elettricità disponibile sulla rete; il vehicle to grid, ovvero interazioni tra veicolo e rete elettrica – la cui sperimentazione è prevista nel progetto “Smart Solar Charging Network” nella città olandese di Utrecht, con una flotta in car sharing di 150 auto alimentate da pannelli fotovoltaici; e infine la seconda vita delle batterie, utilizzate come unità di stoccaggio di energia da fonte rinnovabile, utile per i fabbisogni energetici di abitazioni, uffici, o gli stessi punti di ricarica di veicoli elettrici.
Molto interessanti anche gli investimenti di Renault in “una serie di startup che lavorano nell’ambito delle nuove tecnologie e in chimiche più performanti”, in modo da prolungare sempre di più, promette Hermine, “la vita delle batterie e dare alle stesse la possibilità di una seconda vita”. In questa direzione va, “il lavoro di Renault sullo sfruttamento di batterie già usate, per riuscire a ridurre la quantità di cobalto e di nichel”.
Come riporta la rivista specializzata CleanTechnica “senza accorgimenti per una maggiore efficienza energetica, un’auto elettrica può far aumentare di un terzo (33%) i consumi di corrente una famiglia, ma ciò non significa che le performance della rete vengano penalizzate. Al contrario, rappresenta un’opportunità di miglioramento per l’intero sistema”. Del resto, l’80% delle volte una moto o un’auto elettrica vengono ricaricate nelle ore notturne, quando i consumi sono al minimo. E oggi si sta lavorando per far sì che, grazie alle Smart Grid, i veicoli anche se collegati in gran numero durante il giorno possano funzionare come battery storage units, e quindi supportare la rete, invece di sovraccaricarla.
Ma sviluppare i veicoli elettrici non significa solo progettare nuove automobili, ma anche promuovere un’ampia gamma di servizi per creare attorno ad esse un ecosistema sostenibile: a questo proposito, Renault si propone non solo come acceleratore della transizione verso la mobilità elettrica, ma anche come acceleratore di nuove forme di mobilità in grado di interpretare l’evoluzione nella fruizione dell’auto, come il car sharing.
L’implementazione della mobilità elettrica deve andare quindi di pari passo con quello delle reti intelligenti, capaci di minimizzare sprechi, picchi, sovraccarichi e variazioni di tensione. Ma anche delle rinnovabili, senza cui la mobilità elettrica non si può dire veramente sostenibile. Un’ampia diffusione di auto, moto e camion elettrici, insomma, oltre a rappresentare un’importante opportunità per il sistema dei trasporti e quello infrastrutturale nel loro complesso può e deve contribuire alla totale conversione in chiave green del settore elettro-energetico.
Entro il 2050, l’industria automobilistica dovrà ridurre le emissioni di gas serra del 32% per raggiungere l’obiettivo della COP21 e limitare così l’evoluzione del surriscaldamento climatico a 2°C. “Dobbiamo affrontare la sfida con il passaggio a nuove alimentazioni, con la maggiore efficienza dei veicoli endotermici e con altre innovazioni”, spiega Hermine. Che aggiunge: per raggiungere “questo traguardo occorre che le emissioni di un veicolo nuovo si riducano entro il 2022 del 24%”. E aggiunge: “L’80% delle nostre vendite sono in paesi che hanno già annunciato, nelle proprie politiche pubbliche, restrizioni rispetto alle auto termiche e a diesel: non abbiamo scelta, perché le sfide ambientali – che sono tre: clima, risorse, salute – la pressione del mercato e quella delle istituzioni ci coinvolgono. Noi dobbiamo anticiparle”.
Quale futuro dunque per la mobilità elettrica? Il nuovo piano strategico annunciato dal Gruppo Renault, Drive the Future, prevede che da qui al 2022 il Costruttore mantenga la leadership nel veicolo elettrico, con 8 modelli elettrici e 12 modelli elettrificati. Il Gruppo si prefigge anche di lanciare 15 modelli a guida autonoma e servizi di robo-taxi.
Il futuro della mobilità sarà infatti per Renault elettrico, connesso e autonomo. Con la scelta di guidare o di lasciarsi guidare. Con o senza conducente a bordo. Con veicoli che non saranno più prodotti isolati ma parte integrante del loro ambiente. Con servizi di mobilità che si integreranno in città divenute intelligenti grazie alle tecnologie connesse, ai dati intelligenti e ad altre innovazioni tese a rendere più gradevole la vita in città.
Ilaria Donatio