Le rinnovabili protagoniste al World Future Energy Summit di Abu Dhabi
Energia e sostenibilità, sono le parole chiave del V World Future Energy Summit, dove è emersa una forte presa di coscienza, da parte delle economie emergenti, per quanto riguarda il clima, le rinnovabili e la possibilità di costruire una crescita più bilanciata.
Il vertice mondiale di Abu Dhabi, durato quattro giorni, dal 16 al 19 gennaio, si è aperto con i discorsi del Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon, del premier cinese Wen Jiabao e del premier coreano Kim Hwang-sik. Nel cuore della regione che maggiormente contribuisce alla produzione di energia derivate da fonti fossili, leader politici, esperti, imprenditori e accademici si sono incontrati per discutere delle nuove tecnologie “clean”, della loro efficienza e ottimizzazione.
Ban Ki-moon, che in questa occasione ha inaugurato l’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti, ha sottolineato come occorra “un’azione concreta per ridurre la povertà energetica, catalizzare crescita sostenibile e mitigare i cambiamenti climatici: ottenere energia sostenibile è fattibile e necessario”. Il premier cinese Wen Jiabao, in visita ufficiale, ha sottolineato invece come la Cina abbia compiuto “notevoli sforzi per ridurre i consumi, calati del 20% dal 2005”. Nonostante le difficoltà e i costi, la Cina intende infatti impegnarsi a restare “virtuosa”, sulla base del primato nella produzione di energia idroelettrica e della più rapida crescita al mondo nel solare.
Il summit, dal titolo “Rafforzare le innovazioni sostenibili” quest’anno ha visto la partecipazione di 600 aziende e 137 Paesi. Tra questi l’Italia con 29 aziende e il Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, che, come noto, promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’erogazione di incentivi economici e campagne di sensibilizzazione sulla compatibilità di energie e ambiente.
Del resto, dal 2010 il nostro export negli Emirati Arabi Uniti è salito del 26% e, come ha recentemente ricordato l’Ambasciatore Starace, “l’Italia ha il vantaggio di poter dire la sua in tutti i settori delle energie pulite, dalla rete ai materiali: non dimentichiamoci che anche nell’edilizia il nostro Paese produce brevetti innovativi e importanti”. E, in costruzione alle porte di Abu Dhabi, sorge il progetto simbolo di una regione che ha costruito la sua ricchezza sugli idrocarburi: la pioneristica Masdar City, la cittadina autosostenibile a tasso di inquinamento “zero”. Già realizzata è Shams Project 1, una “fattoria solare” da 10mw che attualmente fornisce l’energia necessaria alle parti ultimate della città, mentre l’eccesso energetico è convogliato a soddisfare la domanda della capitale.
Guarda e investe nel solare anche Dubai, che ha appena terminato un “parco solare”, il Mohammad bin Rashid, con la capacità di produrre 1.000 megawatt di elettricità entro il 2030 e 10mw entro il 2013, e il meno noto progetto di Ras al Khaimeh, un parco solare galleggiante, situato su un enorme isolotto a poca distanza dalle costa. Gli sforzi del Paese sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale che ha scelto proprio la capitale emiratina come sede della Irena, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili creata nel 2009 per promuovere la diffusione delle fonti alternative.
Al WFES sotto passati sotto i riflettori anche altri, tra i più significativi progetti realizzati in medio oriente: la grande fattoria eolica nel golfo di Suez con una capacità produttiva di 200mw; il parco solare da 160mw in Marocco e il massiccio impianto fotovoltaico attualmente in costruzione in Giordania. La volontà della regione di emanciparsi, progressivamente, dalla sola dipendenza dalle fonti fossili, sembra dunque, ormai, pienamente confermata.
Francesca Fradelloni