Clini apre il Festival dell’Energia:“Informazione più corretta e libera su fonti e tecnologie”
“Energia per ripartire”. Questo il filo conduttore dei quaranta appuntamenti che animeranno l’edizione 2012, la quinta, del Festival dell’Energia, la tre giorni che prende il via il prossimo 15 giugno, a Perugia.
Organizzato da Aris, l’Agenzia di Ricerche Informazione e Società, guidata da Alessandro Beulcke, il Festival è stato presentato il 6 giugno alla Stampa Estera, a Roma, alla presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
Ci vuole energia per raccogliere le sfide, energia per lanciarle, energia per cambiare e promuovere il futuro, sembrano suggerire gli organizzatori. Ma, prima ancora, è necessaria un’informazione corretta, “non orientata dai produttori ma libera”, spiega ai giornalisti il ministro Clini, che parla a tutto campo di energia e in particolare, dei nodi che ostacolano ancora il futuro energetico del Paese.
In questa chiave, “comunicare la questione energetica, come si propone di fare il Festival, diventa un lavoro utile nella misura in cui riesca a spiegare, in maniera trasparente, i criteri di valutazione delle diverse fonti energetiche ma anche i differenti interessi in campo; a fare chiarezza sui costi dell’elettricità e, dunque, sul perché la bolletta degli italiani costa – mediamente – il 30 per cento in più rispetto agli altri paesi dell’Unione”. Questo, per Clini, significa, “affrontare senza mezzi termini, il tema delle infrastrutture di riferimento” che creano “una situazione distorsiva del costo dell’elettricità”. E non solo perché, sottolinea il ministro, “non abbiamo materie prime”, ma anche (e principalmente) per via del fatto che “è stato costruito un sistema chiuso, non competitivo”, in cui il prezzo è stato posto “in funzione dell’unica azienda che produceva e distribuiva energia elettrica”. Con la liberalizzazione del settore, “e lo spezzettamento del monopolista”, naturalmente si sono create le tipiche “tensioni” che accompagnano sempre qualsiasi trasformazione reale in un ambito che vede interessi forti e contrapposti.
La stessa trasformazione che Clini auspica relativamente al settore del gas con Snam-Eni, quella di “aprire una stagione di liberalizzazioni come risposta al bisogno di diversificare gli approvvigionamenti”, e lavorare sull’obiettivo di rendere “l’Italia un hub, un polo di quest’infrastruttura energetica”.
Il tema di come costruire un’informazione corretta sul nodo energia, secondo Clini, è fondamentale anche per venire a capo delle distorsioni esistenti nel sistema-Italia: “Se la nostra prospettiva è quella di incardinarci in uno scenario competitivo globale, allora occorre comprendere su quali scelte puntare – in termini di politiche energetiche – per essere competitivi e crescere”. “Abbiamo bisogno di energia pulita”, prosegue, “ma anche di concorrenza”: e nella relazione che c’è tra ambiente ed energia, “un possibile modo per coniugarli passa proprio attraverso un riequilibrio delle diverse fonti e tecnologie”.
Più protezione dell’ambiente, dunque, e più concorrenza in ambito energetico, questa la ricetta proposta dal rappresentante del governo: questo vuol dire rivedere le politiche di incentivazione dei combustibili fossili: “Nel 2011, Cina e Usa hanno investito 50 miliardi di dollari in energia pulita e l’India ha aumentato i propri investimenti del 58 per cento rispetto al 2010”, questi numeri, spiega Clini, “per avere un’idea di come riorientare la crescita italiana, legando il nostro sviluppo al mercato mondiale”.
Eppure, mentre Cina e America muovono risorse importanti in quella direzione, “noi le utilizziamo per conservare vecchi sistemi del passato che, negli ultimi anni, hanno prodotto solo cassa integrazione”. Ecco cosa vuol dire, secondo Clini, il claim del Festival “Energia per ripartire”: che l’opinione pubblica, attraverso l’informazione, maturi una consapevolezza diversa, che la porti a riconsiderare i punti di riferimento tradizionali, a comprendere che “non esistono più punti fermi e se ci sono, non sono gli stessi degli anni ’80 e ’90”.
“L’energia è un tema cruciale”, conclude Beulcke, “che sta cambiando il volto del panorama industriale, sociale e perfino urbano, nel nostro Paese come nel mondo. E che chiama in causa la politica nazionale, le amministrazioni territoriali, i decisori economici e il mondo della ricerca”. Questo per sottolineare come il Festival si proponga di offrire contributi diversi su diversi fronti: dalle città intelligenti – su cui interverrà, tra gli altri, l’antropologo francese Marc Augé - all’efficienza energetica, dalle innovazioni tecnologiche ai nuovi equilibri di mercato.
Dibattiti, mostre, visite guidate, inviti alla lettura, iniziative speciali per i più piccoli: tutti gli eventi in programma declineranno l’energia in chiavi diverse, dalla bolletta e i diritti dei consumatori, al tema degli sprechi e alle professioni del futuro nel campo della green economy.
Non solo tavole rotonde e talk-show. Anche mostre didattiche interattive come quella sull’idrogeno oppure la visita alla centrale idroelettrica più grande d’Italia , a Galletto, in provincia di Terni. Oltre alle proposte rivolte al pubblico più giovane, come la caccia al “tesoro sostenibile” e il percorso ludico-didattico “energeticamente”.
Sarà possibile ricevere aggiornamenti sulla tre giorni del Festival seguendo la diretta Twitter dall’account @FestivalEnergia, e il lancio dell’hashtag #latuaenergia.
Ilaria Donatio