14° CinemAmbiente: partenza con la “terra desolata” di Vik Muniz
A dieci giorni dall’apertura ufficiale della 14esima edizione del festival CinemAmbiente (31 maggio-5 giugno 2011), si è tenuta, presso il Museo del Cinema di Torino, la conferenza stampa di presentazione dell’evento che, con la ricchissima programmazione in sala e le numerose iniziative collaterali, si conferma uno dei principali punti di riferimento internazionali per il cinema a tematica ambientale.
Con 20.000 presenze nella precedente edizione e un presidente di giuria come Michael Cimino oggi, CinemAmbiente ha dimostrato infatti di essere una scommessa vincente, nonostante le notevoli difficoltà economiche e l’incertezza dei finanziamenti.
In conferenza stampa, oltre al plauso e alla giusta autocelebrazione, è giunta – a lieto fine – anche la conferma da parte di Regione, Provincia e Città di Torino del sostegno pubblico alla realizzazione delle prossime edizioni. “Per Torino, una città che si candida a essere smart city, facendo della sostenibilità e della efficienza energetica gli assi portanti della trasformazione urbana, il Festival è innanzitutto una grossa opportunità, un dovuto contributo alla costruzione di una cultura attenta alle interconnessioni che esistono tra la qualità della nostra vita e gli ambienti che la ospitano”, ha ammesso l’Assessore all’Ambiente, alle Politiche per la casa e il Verde, Roberto Tricarico.
Il Festival presenta annualmente circa 100 film distribuiti nelle sezioni competitive nazionali e internazionali, nella sezione Panorama, nei focus tematici, nelle retrospettive e in Ecokids, l’area dedicata ai ragazzi. Ma CinemAmbiente, come format, propone inoltre dibattiti, incontri con gli autori, mostre, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, concerti ed eventi sul territorio.
Il film di apertura sarà quest’anno il brasiliano Waste land di Lucy Walker, cadidato agli oscar e dedicato all’artista delle discariche Vik Muniz, mentre in chiusura verrà proieattato Even the rain di Icíar Bollaín, scritto da Paul Laverty, interpretato da Gael García Bernal e Luis Tosar e presentato all’ultimo festival di Berlino, mentre giunge in anteprima italiana a CinemAmbiente. Una riflessione, quest’ultimo, sulla crisi globale dell’acqua attraverso il racconto di una troupe che sta girando in Bolivia un film su Cristoforo Colombo, e si ritrova coinvolta nella battaglia degli abitanti di Cochabamba contro la privatizzazione dell’acqua. Tema di scottante attualità anche in Italia, in vista dei referendum del 12 e 13 giugno.
Tra i titoli selezionati per il Concorso Internazionale suscitano particolare interesse Solartaxi – Around the World With the Sun, il viaggio intorno al mondo compiuto da Louis Palmer con un taxi alimentato a energia solare, per dimostrare che un’auto ad emissioni zero non è un sogno e che l’energia solare è funzionale, efficiente e soprattutto rinnovabile; When China met Africa in cui Marc e Nick Francis, attraverso il racconto di vita di tre persone, mettono in luce i rapporti tra Africa e Cina, e le ripercussioni della partnership epocale siglata nel 2006 ; Severn- the voice of our children, di Jean-Paul Jaud, ritratto di Severn Culls-Suzuki, figlia dell’ecologista David Suzuki, divenuta celebre all’età di 12 anni per il suo discorso alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente di Rio, nel 1992, che a distanza di 18 anni si interroga sui cambiamenti del nostro pianeta.
Per il concorso Documentari Italiani: Polvere, di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, indaga tra l’Italia, l’India e il Brasile, la tragedia dell’amianto e il processo penale contro l’Eternit ancora in corso a Torino, mentre Verifica Instabile di Guido Morandini, racconta un viaggio, tra cinema e acqua, che da Torino porta a Venezia, alla ricerca di una narrazione che avvicini il protagonista alle persone e agli ambienti che attraversa lungo l’asse del fiume Po.
Cinemambiente sarà anche un omaggio al Giappone, martoriato dal recente incidente nucleare, come ricorda Gaetano Capizzi, fondatore e ideatore del Festival: “Nell’anno dello tsunami e dell’esplosione della centrale nucleare di Fukushima questa edizione del festival è dedicata al Giappone e lo ricorda nei manifesti con le gru di carta, un origami simbolo di lunga vita e pronta guarigione”. “Karl Brucner, nel suo romanzo Il gran sole di Hiroshima - conclude Capizzi – raccontava che la piccola Sadako, una delle vittime dell’esplosione atomica, negli ultimi mesi di vita ha cercato di costruire mille gru di carta nella speranza che si avverasse la leggenda secondo cui arrivando a quel numero si sarebbe avverato un desiderio. Il festival chiede al suo pubblico di fabbricare tante gru nella speranza che il Giappone possa superare in fretta questo momento e che Fukushima non sia un’altra Chernobyl”.
In occasione del festival sarà inoltre distribuito il numero monografico su “La formazione per le professioni della green economy“, realizzato da Greenews.info e .Eco, che verrà presentato in anteprima a Torino nella giornata inaugurale del 1° Workshop Nazionale IMAGE – Incontri sul Management della Green Economy del 26 maggio.
Elena Marcon