Wwf lancia “SOS Plastica” la prima mappatura interattiva del mediterraneo
La plastica costituisce circa il 70-80% dei rifiuti marini macroscopici in mare aperto e sulle coste la situazione è ancora peggiore: i sacchetti di plastica rappresentano la quarta tipologia di rifiuti più frequenti, dopo le bottiglie di plastica, le sigarette e i mozziconi. Il gioco delle correnti può concentrare questi ammassi inquinanti in diverse aree del Mediterraneo, come è accaduto già negli Oceani e costituire pericolo non solo per cetacei, tartarughe marine, ma anche per la catena alimentare dato che la plastica, ridotta in minuscoli frammenti, viene metabolizzata dalle varie specie marine, comprese quelle che finiscono sulle nostre tavole.
Per conoscere la reale situazione e effettuare la prima mappatura dello stato dell’inquinamento da plastica in mare aperto e lungo le coste il WWF ha lanciato per questa estate un SOS Plastica con l’aiuto del gruppo multimediale Yacht&Sail.
Un ”avviso ai naviganti” un po’ speciale rivolto ai diportisti pronti a salpare quest’estate per attraversare il Mediterraneo: la richiesta è di segnalare su una mappa interattiva le grandi quantità di rifiuti di plastica che incontreranno lungo la propria rotta. Sulla scheda di segnalazione attivata sul sito http://mediterraneo.wwf.it sono richiesti un punto nave dell’inquinamento riscontrato, una breve descrizione, foto o video.
La Campagna durerà tutta l’estate e a ottobre si farà una prima valutazione di quanto il Mare Nostrum sia ancora libero dalla plastica o abbia bisogno di intervento.
“Nell’iniziativa “Mediterraneo doc”, lanciata proprio in questi giorni, abbiamo identificato uno dei problemi che affliggono il Mare nostrum, ovvero, l’inquinamento legato alla plastica – ha dichiarato Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia – tra Italia, Spagna e Francia galleggiano 500mila tonnellate di plastica con concentrazioni superiori a quelle presenti nell’Oceano Atlantico e nel Pacifico. Un Mediterraneo di qualità non può sopportare questo problema che si somma certo ad altri ben noti, ma ha un’urgenza di grande coinvolgimento e attivazione. Per questo siamo lieti di promuovere un’iniziativa in cui persone che frequentano assiduamente il mare possano diventare parte attiva della sua salvaguardia, dimostrando, con una partecipazione concreta, il proprio interesse per la salute del mare nostrum”.
Il Mediterraneo, con i due milioni e 500.000 mila chilometri quadrati di superficie ed un perimetro di coste di 22 mila chilometri, una profondità massima di poco più di 5mila metri, ospita una delle varietà di specie più alta del pianeta: 17.000 tra animali e vegetali. Un prezioso “hot spot” di biodiversità che tutto il mondo ci invidia e ogni anno vede 220 milioni di turisti concentrati in uno spazio che rappresenta appena l’1% dei mari del mondo.
La qualità futura del Mediterraneo dipende però da molti fattori: pesca sostenibile, relitti senza veleni, aree protette che funzionino, coste libere da cemento abusivo, fondali vitali e liberi da trivellazioni, turisti responsabili, biodiversità in espansione, navi dotate di strumentazioni che possano ridurre il rischio di collisione con i cetacei e un popolo di mare responsabile e attento, dove ognuno faccia la propria parte. Queste le condizioni per uno sviluppo realmente sostenibile.