Una blue economy per il Mediterraneo
L’Italia non è prima solo nella lista dei beni culturali dell’umanità: le Nazioni Unite ci riconoscono un nuovo primato assoluto, quello di paese mediterraneo con la maggiore quantità di servizi ambientali offerti dal mare. Praterie marine e ricchezza di biodiversità ma anche qualità del paesaggio, depurazione naturale dell’acqua e mantenimento delle coste: gli ecosistemi del mare hanno anche un valore economico.
Il nostro paese vanta oltre un terzo della ricchezza prodotta dai servizi ambientali forniti dal mare, il 35% del totale, più del doppio della Grecia o della Spagna. In termini economici, 9 miliardi di euro contro i complessivi 26 miliardi di beni ecologici prodotti ogni anno dal Mediterraneo.
È quanto emerge dal rapporto “Ecosistemi marini mediterranei: il valore economico dei benefici ambientali” elaborato dal Plan Bleu, organismo del Programma Ambiente Mediterraneo delle Nazioni Unite (UNEP/MAP), di cui si è parlato giovedì 14 aprile nel convegno “Una BlueEconomy per il Mediterraneo: una nuova alleanza tra natura e tecnologie low carbon” nello Yacht Med Festival organizzato a Gaeta.
Al convegno, aperto dal presidente della Camera di Commercio di Latina Vincenzo Zottola, sono intervenuti il Direttore Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente Paolo Soprano, il Presidente del Parco nazionale del Circeo Gaetano Benedetto; Sebastiano Venneri, Vicepresidente di Legambiente; Chiara Tonelli, docente di architettura dell’Università RomaTre; Sandro Polci del Cresme (Centro Ricerche economiche, sociologiche e di mercato); Massimo Sapienza, presidente dell’associazione delle rinnovabili Asso Energie Future; Rosalba Giugni, presidente di Marevivo; Andrea Seminara, direttore marketing AzzeroCO2 e, in rappresentanza delle aree marine protette, Vincenzo Incontro, direttore dell’Amp del Plemmirio, e Antonino Miccio, direttore dell’Amp di Punta Campanella.
Secondo i dati riportati nel convegno, le 26 aree marine protette già istituite nel nostro paese tutelano una parte importante del valore anche economico attribuibile ai servizi ambientali: nei loro 360mila ettari di mare, una piccola parte delle migliaia di chilometri quadrati che costituiscono la nostra fascia costiera, si concentra una quota significativa di questo patrimonio, capace di produrre beni per almeno 36 milioni di euro l’anno, secondo il calcolo elaborato dal Plan Bleu.
Ma la tutela della natura, anche intesa come valore economico dei servizi ambientali forniti dagli ecosistemi, da sola non basta a garantire il concetto di sostenibilità. “La Blue Economy si basa su una nuova possibile alleanza tra conservazione dell’ambiente marino e costiero e sviluppo di tecniche innovative, ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale, in tutti i campi della vita quotidiana”, ha spiegato in apertura il presidente Zottola. “Il contributo di un’imprenditoria non solo attenta alle ragioni dell’ambiente, ma pronta a fornire soluzioni avanzate e pulite, è centrale nella definizione di uno sviluppo sostenibile applicato ai territori, soprattutto nella fascia costiera, che è il luogo di maggiore pressione antropica nei paesi mediterranei. Per questo – ha aggiunto – lo Yacht Med Festival sta giocando in primo luogo la carta dell’interazione tra industria, turismo, commercio e asset ambientali e naturalistici mediterranei“.
Il convegno ha di conseguenza puntato i riflettori sullo sviluppo delle rinnovabili, sull’abitare sostenibile, sulla crescita di imprese ad alta innovazione, sulle metodologie innovative di assorbimento dei gas serra prodotti. La popolazione litoranea del Mediterraneo ammontava a 148 milioni già nel 2005, su un totale di abitanti dei paesi rivieraschi di 420 milioni. A queste cifre va aggiunto il numero crescente di turisti internazionali: si è passati, nelle regioni del Mediterraneo, dai 58 milioni del 1970 agli oltre 228 milioni del 2002. E, secondo le proiezioni, si arriverà a 346 milioni nel 2020. Una presenza che è concentrata per circa l’80% nel periodo compreso tra maggio e settembre. Un’enorme quantità di persone che va a gravare sulle risorse ambientali e sulle strutture abitative rivierasche e che può essere gestita solo aumentando la quota di “blu” nelle economie mediterranee.
Più fonti rinnovabili, quindi, con un minor impatto paesaggistico. Più strutture di turismo e abitazioni sostenibili. Maggiore peso dell’innovazione a bassa emissione di carbonio. Queste le soluzioni prospettate dai relatori del convegno, al termine del quale sono state premiate due imprese del settore industria e artigianato che hanno vinto il Premio Energia Turismo e Ambiente indetto dalla Camera di Commercio di Latina. Si tratta della Bimax S.n.c., che ha realizzato l’imbarcazione “Diamond 32” con soluzioni innovative, che assicurano alte prestazioni nel totale rispetto dell’ecosistema marino, e della Polibox S.r.l., per un progetto di produzione di energia fotovoltaica con bonifica Eternit del tetto preesistente presso lo stabilimento di produzione di Aprilia.