Top Utility Award, i premiati della prima edizione
Sono Hera, Enel, A2a, Smat Torino e Marche Multiservizi le aziende vincitrici del primo Top Utility Award, il premio alle eccellenze italiane del settore utility che portano nelle nostre case l’energia elettrica, il gas, l’acqua e gestiscono i rifiuti. Il premio speciale Mezzogiorno è andato invece ad Aqp (Acquedotto Pugliese), Amap Palermo e Salerno Energia.
L’award – il primo che non si basa sulle scelte di una giuria ma su un innovativo metodo di analisi scientifica applicato ai dati aziendali, in modo da valorizzare le migliori pratiche – è stato assegnato ieri a Roma in occasione del convegno “Le utilities per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia. Le eccellenze dei servizi pubblici per la rinascita del nostro Paese”.
Cinque le categorie premiate: oltre al Top Utility Award assoluto (Hera), sono stati assegnati i premi alla Sostenibilità (A2a), alla Comunicazione (Enel), a Clienti e sviluppo del territorio (Marche Multiservizi) e a Tecnologia e innovazione (Smat).
I ricercatori, guidati da Alessandro Marangoni, direttore scientifico di Top Utility Award, hanno passato al setaccio cento aziende italiane: un universo tutto sommato in salute, in grado di dare lavoro a 130mila dipendenti per un fatturato complessivo di 111 miliardi di euro, che nel 2011, nonostante la crisi, ha continuato a investire per un totale di 2,7 miliardi.
Nel complesso, le imprese “da podio” negli ultimi anni hanno fatto significativi progressi, ma il sistema regolamentare non le ha supportate in modo adeguato. Le prime dieci utility tricolori, spiega l’analisi, hanno performance paragonabili ai grandi player europei. I servizi pubblici nel loro complesso hanno investito lo 0,2% del Pil in tecnologia e innovazione. E sono le aziende dell’acqua ad avere contratto i maggiori debiti per modernizzare e ridurre le perdite della rete, investendo il 13,2% del fatturato.
Le utility si dimostrano inoltre particolarmente sensibili ai temi sociali: l’80% ha un codice etico e certifica Qualità e Ambiente, tanto che le aziende produttrici di energia elettrica emettono meno CO2 rispetto alla media del mix energetico italiano e il 58% rende pubblico il proprio bilancio (per 34 aziende su cento si tratta di un bilancio di sostenibilità). Non solo, fanno anche meglio la raccolta differenziata, raggiungendo un target del 49% contro una media nazionale pari al 35,3%. Altri elementi chiave sono il rapporto con i clienti e lo sviluppo del territorio. In proposito, oltre il 60% delle società ha realizzato negli ultimi anni indagini di customer satisfaction, il 41% delle quali nel 2011.
Il lavoro di analisi condotto per il primo Top Utility Award “sfata il mito secondo cui le imprese italiane sarebbero meno efficienti – osserva Alessandro Marangoni, autore della ricerca – pur comprendendo realtà molto diverse, dai grandi incumbent alle piccole aziende locali”. “La valutazione dei risultati economico-finanziari – prosegue Marangoni – mostra anzi che le nostre maggiori utility sono in linea con quelle europee, nonostante la dimensione nettamente inferiore. In termini di Ebitda (l’utile operativo lordo, Ndr) sul fatturato, l’aggregato delle top ten italiane presenta un valore medio intorno al 22%, superiore a quello europeo, che si attesta al 16,5%. Colossi europei con ricavi dieci volte maggiori di alcune nostre local utility quotate hanno Ebitda molto inferiori”.
“I temi della sostenibilità e della responsabilità sociale, della valorizzazione e della promozione del territorio sono da sempre la nostra bussola – commenta Adolfo Spaziani, direttore di Federutility, uno dei soggetti promotori del premio – Va da sé che il valore delle utility come motore di sviluppo e crescita del Paese deve essere supportato adeguatamente dalle istituzioni, attraverso politiche coerenti e lungimiranti, per realizzare insieme un contesto di servizi sempre più qualificante e virtuoso”.