Seva per l’Africa: una chiamata al volontariato per imprese e professionisti del fotovoltaico
Seva, società valdostana che sviluppa, costruisce e gestisce centrali idroelettriche ed eoliche per la produzione di energia elettrica, cerca ditte fornitrici, giovani laureati, professionisti e volontari con esperienza nel settore fotovoltaico per collaborare all’installazione d’impianti “a isola” destinati alle missioni religiose e laiche operanti sul territorio africano. Ingegneri, tecnici, installatori, esperti del fotovoltaico potranno partecipare al progetto “Seva per l’Africa” e saranno selezionati e inquadrati in funzione del loro livello di competenza e disponibilità, mentre le ditte fornitrici interessate potranno aderire nella formula della fornitura preferenziale o della partnership.
Riuscire a sviluppare piccoli impianti non connessi ad alcuna rete di distribuzione e sparsi sul territorio è fondamentale per la sopravvivenza d’intere comunità africane legate a un’economia agricola di sussistenza. Nonostante grandi difficoltà seguite al colpo di stato, Seva realizzerà, ad esempio, il primo impianto da 11 kWp in Repubblica Centrafricana presso la missione dei Carmelitani Scalzi di Bozum. Compatibilmente con le difficoltà legate alla grave situazione politica, la spedizione del materiale dovrebbe avvenire già a novembre. L’impianto fotovoltaico di Bozum sarebbe così operativo a marzo e fornire elettricità a circa 2.000 persone, oltre a ridurre di circa il 96%i consumi del gasolio.
Sempre nel 2013 sarà organizzata la spedizione di un impianto destinato alla missione Cuori Grandi Togo, mentre nel corso 2014 sarà dato il via a una serie di progetti in Benin, Costa D’Avorio, Ghana ed Etiopia. Dopo le prime donazioni a sostegno di alcune missioni religiose che operano in Africa (Burundi, Etiopia, Repubblica Centrafricana) Seva realizzerà in loco impianti fotovoltaici a isola. Costruire in serie impianti di questo tipo e non più fornire semplici aiuti “a pioggia” rappresenta infatti, secondo l’azienda, la soluzione migliore alla cooperazione. Con qualche decina di kW da fonte rinnovabile in regioni così assolate si soddisfano i bisogni energetici di molte persone, si evitano le inevitabili dispersioni di denaro legate a taglieggi (o semplicemente all’improvvisa scomparsa del referente sul territorio), si ottimizza il know how, si “conquista” sul campo una fondamentale esperienza nel settore fotovoltaico.
Per l’impianto di Bozum (dove i Carmelitani fanno un lavoro di accoglienza di profughi di guerra, mamme e bambini malnutriti, indigenti, spesso colpiti da malattie endemiche) si prevede una produzione di energia elettrica annuale di circa 18.000 kWh in grado di evitare circa 9000 kg/anno di emissioni di CO2. A dicembre del 2013 partirà la seconda spedizione per l’impianto (circa 12kWp) che verrà installato in Togo nella missione gestita da suor Patrizia Livraga. Ed entro i primi mesi del 2014 Seva spedirà il materiale per un altro impianto (stessa taglia) con destinazione Benin, presso la Casa di Accoglienza Madre Ursula di Materi nel nord ovest del paese, a 30 km dal confine con il Burkina Faso. Si tratta di un convitto per 40 ragazze in prevalenza orfane, fuggite da matrimoni obbligati, prostituzione e situazioni di degrado. Il centro è dotato di un pozzo, di un orto, di un mulino, organizza attività di doposcuola e sostegno a circa 100 ragazzi e fornisce assistenza di tipo infermieristico o di primo soccorso. Nel 2014 dovrebbe poi essere la volta di missioni, centri di accoglienza e ospedalieri in Ghana, Costa d’Avorio, Etiopia, Eritrea e ancora Repubblica Centrafricana.
Chiunque fosse interessato a ricevere maggiori informazioni sul progetto “Seva per l’Africa” può inviare una mail a ufficiostampa@sevasrl.it.