San Valentino e natura: CTS propone le adozioni di Ginger e Fred
I sub le hanno incontrate un anno fa durante un’immersione a largo di Linosa. Fred e Ginger, così sono state chiamate, erano impegnate in quella che apparentemente sembrava una danza. Probabilmente il fugace momento era proprio quello dell’accoppiamento e chissà dove poi Ginger sia andata a deporre le uova. Probabilmente in una delle spiagge delle isole Pelagie dove sono stati avvistate.
Entrambe le tartarughe sono diventate le testimonial della campagna di adozione che CTS lancia per San Valentino. Ora questi esemplari possono essere adottati, simbolicamente, sul sito www.ctsassociazione.it/adozioni. Basta cliccare sulla voce “Cosa puoi fare tu/Campagna adozioni” per ricevere tutte le informazioni sulle modalità di adozione e se si adotta entro l’11 febbraio il proprio innamorato riceverà il certificato di adozione, l’immagine dei due innamorati e il peluche, mentre è possibile fare l’adozione digitale in qualsiasi momento (entro il 14 febbraio) e ricevere il wallpaper e il certificato di adozione dell’animale scelto.
“Nel corso del 2014 la nostra associazione ha raccolto attraverso le campagne di adozioni circa 14.000 euro – spiega Stefano Di Marco, vice presidente Nazionale CTS. Fondi appena sufficienti per acquistare i farmaci per le cure delle tartarughe in degenza e i compensi per i biologi e veterinari che hanno operato nei tre centri di recupero di Linosa, Cattolica Eracela e Brancaleone, nei mesi estivi. Nonostante questo importante contributo non riusciamo a coprire le spese di gestione di tutti i centri che ammontano a circa 100 mila euro l’anno. Ci sono le utenze, i mezzi per lo spostamento degli animali, la manutenzione dei centri e dei macchinari. Per non parlare delle emergenze che puntualmente ci troviamo ad affrontare e che richiedono un dispendio di risorse economiche. La campagna ha lo scopo di finanziare tutte queste attività dei centri che in caso contrario rischiano la chiusura”.
Ginger e Fred rappresentano le centinaia di migliaia di Caretta caretta che ogni anno finiscono accidentalmente nelle reti dei pescatori. Per non parlare degli incidenti con le imbarcazioni da diporto e l’inquinamento sempre più diffuso dei nostri mari. Ogni anno sono oltre 130.000 le tartarughe marine della specie tartaruga Caretta caretta che nel Mediterraneo rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70.000 abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40.000 restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000 casi di decesso.
Per arginare questo fenomeno sono proprio i pescatori a scendere in campo diventando i primi collaboratori del progetto TartaLife, finanziato con lo strumento del Life+ dell’Unione Europea che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale.