RAEE, pile e accumulatori: Ecolight non butta via (quasi) niente
Quasi 25mila tonnellate di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) raccolte delle quali 23.300 inviate a recupero. Questi i principali numeri contenuti nel Rapporto Sociale 2011 pubblicato da Ecolight, consorzio no profit che raccoglie oltre 1.500 aziende.
Grazie all’attività svolta nella gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, nel corso del 2011 Ecolight ha permesso di avviare a recupero più di 12mila tonnellate di ferro, 5mila tonnellate di plastica, mille di alluminio e 800 di vetro. Buoni risultati anche dalla gestione delle pile e degli accumulatori esausti: il sistema di raccolta, avviato in forma volontaria, ha permesso al consorzio di gestire 204 tonnellate di rifiuti assicurando un tasso di recupero del 96,5 per cento.
«A distanza di cinque anni dall’entrata in vigore del sistema multi-consortile di gestione dei RAEE, Ecolight ha saputo crescere tenendo fede ai propri impegni», osserva Walter Camarda, presidente di Ecolight. «Innanzitutto l’impegno per l’ambiente nel gestire con attenzione risorse importanti. Ecolight ha raggiunto una quota media di recupero dei RAEE superiore al 95 per cento. Secondo: l’impegno nei confronti della collettività garantendo, nella rappresentanza di una pluralità di soggetti, le giuste risposte in un ambito nuovo e in costante evoluzione. Non ultimo, l’impegno nel trasmettere una cultura ambientale».
La crescita non è stata solamente in termini di volumi di rifiuti gestiti, ma anche di associati: il numero delle aziende consorziate ad Ecolight è cresciuto del 25 per cento, arrivando a 1.427 imprese alla fine dell’anno scorso e raccogliendo il 90 per cento delle aziende della Grande Distribuzione Organizzata. Il consorzio si è confermato a livello nazionale come secondo sistema collettivo per quantitativi di immesso e primo per numero di aziende consorziate. Sul fronte della gestione dei RAEE, Ecolight ha operato nella raccolta dei RAEE domestici presso 2.775 punti di prelievo dislocati nei centri di raccolta comunali e presso i negozi attraverso il servizio Uno contro Uno dedicato alla distribuzione; e nella raccolta dei rifiuti elettronici professionali direttamente presso le aziende.
Ecolight si è confermato consorzio di riferimento per R4, ovvero il raggruppamento RAEE che comprende piccoli elettrodomestici, cellulari, pc ed elettronica di consumo: più del 37 per cento quanto raccolto dall’intero sistema è stato gestito da Ecolight. Importante anche la quota di gestione per R5: il consorzio si è occupato di quasi il 40 per cento delle sorgenti luminose giunte a fine vita. «Ecolight ha contraddistinto la propria operatività intervenendo in quel raggruppamento che, meno di altri, dà significativi risultati se valutato in kg o tonnellate. I piccoli elettrodomestici sono molto dispersi e la loro raccolta richiede maggiori sforzi non solamente in termini di missioni, ma anche in termini culturali», continua il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. «Sono ancora pochi i cittadini consapevoli della necessità di avviare ad un corretto recupero il vecchio cellulare o il frullatore portandoli al centro di raccolta o consegnandolo al punto vendita in virtù del decreto “uno contro uno”».
La capillarità dell’azione è indicata dal numero di missioni operate: più di 14.000 per dirette ai centri di raccolta comunali, oltre 108mila per servire i punti vendita della distribuzione. Per quanto riguarda le pile e gli accumulatori giunti a fine vita, Ecolight ha operato su base volontaria avviando a recupero 204 tonnellate di rifiuti, di queste oltre il 67 per cento è composto dalle comuni pile nichel-cadmio.
Accanto alla gestione dei RAEE, delle pile e degli accumulatori, Ecolight si è mosso in ambito culturale sensibilizzando il recupero dei rifiuti attraverso l’arte con il Museo del Riciclo e con il concorso di pittura e design “Rifiuti in cerca d’autore”. È stato attivato inoltre un progetto dedicato alle scuole e realizzato con il WWF per sensibilizzare sul recupero delle lampadine a fluorescenza.
«Nel complesso il sistema può e deve crescere», aggiunge Camarda. «In Italia si sono raggiunti i 4,3 kg pro capite per abitante di RAEE raccolti quando in altri Paesi europei si raggiungono i 10 kg. Se la nuova direttiva europea ci pone in una prospettiva di crescita, siamo convinti che l’intero sistema RAEE necessiti di regole precise per fermare lo smaltimento illegale di questi rifiuti e di controlli nel rispetto della norma che assegna ai Produttori – e di conseguenza ai consorzi – la proprietà, quindi la gestione, dei rifiuti elettronici».