Gran Paradiso: un laboratorio scientifico all’aria aperta
Sono oltre cinquanta le pubblicazioni scientifiche divulgate negli ultimi dieci anni dai ricercatori del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Solo nei primi mesi del 2012 sono già stati pubblicati, o sono in corso di pubblicazione, otto articoli su prestigiose riviste scientifiche internazionali come Wildlife Biology, Animal Behaviour e Journal of Experimental Biology, relativamente a studi in corso nel Parco. L’area protetta è un vero e proprio “Laboratorio all’aperto” per lo studio della fauna e della flora in condizioni naturali, dal 2007 sono stati oltre un centinaio gli studenti, ricercatori e dottorandi, provenienti da tutto il mondo, che hanno preso parte alle ricerche ecologiche sul campo.
Le ricerche effettuate, oltre a garantire al Parco prestigio e visibilità di livello internazionale in ambito scientifico, hanno anche ricadute concrete: nel 2012 ad esempio, nel corso degli studi sulle marmotte, i ricercatori hanno ideato un nuovo strumento per determinarne velocemente l’esatta posizione geografica a distanza, che potrà essere usato anche su altre specie.
“Il servizio scientifico del Parco nasce, primo tra i parchi italiani, negli anni ’70. Dal 1956, inoltre, il Gran Paradiso dispone di una serie storica ininterrotta di dati sulla dinamica di popolazione dello stambecco alpino, non a caso animale simbolo del Parco”, spiega Bruno Bassano, veterinario e responsabile del servizio scientifico del Parco “Riusciamo a mantenere un elevato standard nella ricerca grazie ai finanziamenti ottenuti dall’Unione Europea, con i soli trasferimenti statali non sarebbe possibile il proseguimento dei progetti pluriennali in corso, cosa che potrebbe peraltro accadere se i paventati tagli previsti per i parchi italiani si rivelassero tali. Le ricerche effettuate dal Parco non sono fini a se stesse, ma sono necessarie per mantenere e comprendere l’alto livello di biodiversità presente in quest’area protetta, che viene studiata da ricercatori ed università di tutto il mondo“.
E proprio un progetto del Parco, a valere sul programma di finanziamento UE Life+ Biodiversità, è stato ufficialmente approvato nei giorni scorsi: si tratta del Progetto BIOAQUAE (Biodiversity Improvement of Aquatic Alpine Ecosystems) incentrato su azioni di conservazione per gli ecosistemi aquatici di alta quota e che si fonda sul programma di ricerca, in atto nel Parco sugli stessi temi, fin dal 2006.
Il monitoraggio della fauna e della biodiversità e le altre attività vengono svolte in modo capillare sul territorio, in collaborazione con università e centri di ricerca internazionale. Fondamentale il ruolo dei guardaparco che, nello svolgimento del proprio compito, contribuiscono direttamente alle attività di ricerca tramite gli avvistamenti ed il controllo degli animali, le operazioni di cattura e marcatura degli stessi. I guardaparco inoltre conducono periodicamente ricerche e monitoraggi sui 59 ghiacciai presenti nel Parco e partecipano alle attività di ricerca sulla biodiversità e sulla fenologia, ovvero l’alternarsi delle fasi di sviluppo annuali degli esseri viventi.