Nasce Matrìca, joint venture tra Polimeri Europa e Novamont
Polimeri Europa (prima azienda chimica italiana, controllata da Eni) e Novamont (società leader mondiale nel mercato delle plastiche biodegradabili) hanno firmato oggi l’atto costitutivo della nuova società Matrìca (in dialetto gallurese “Madre”), che realizzerà un innovativo complesso di Chimica Verde a Porto Torres (Sardegna). Obiettivo della società è di realizzare e gestire un nuovo Polo di Chimica Verde per la produzione di biochemicals (bio-intermedi, bio-plastiche, biolubrificanti e bio-additivi) partendo da materie prime di origine vegetale.
Il progetto, per un investimento complessivo di 500 milioni di euro, si compone di sette nuovi impianti – una catena di produzione integrata a monte con le materie prime vegetali, che sarà completata nei prossimi sei anni – e di un centro di ricerca incentrato sulla Chimica Verde, che sarà operativo nel prossimo trimestre.
Matrìca, la nuova joint venture paritetica, avrà come Presidente Daniele Ferrari, CEO di Polimeri Europa, e come Amministratore Delegato Catia Bastioli, CEO di Novamont.
Il target della joint venture sarà il mercato mondiale dei biochemicals, un settore che, in base al rapporto di Lux Research (pubblicato nel settembre 2010), crescerà del 17,7% l’anno fino a raggiungere 8,1 milioni di tonnellate nel 2015.
Novamont contribuirà alla joint venture fornendo tecnologie e il proprio know how di ricerca e innovazione nella chimica verde, mentre Polimeri Europa, grazie alle capacità progettuali nella realizzazione e gestione di grandi complessi industriali, darà una spinta commerciale al progetto, che si propone di influenzare positivamente l’intera industria chimica nazionale, avviando un percorso virtuoso basato sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità, con importanti ricadute occupazionali.
Un fondamentale elemento di innovazione del progetto sarà l’integrazione di filiera con lo sviluppo in loco delle colture agricole, in sinergia con le produzioni alimentari. Inoltre, Eni prevede di realizzare, nel sito, anche una centrale elettrica a biomasse (investimento stimato in circa 230 milioni di euro).
Polimeri Europa convertirà la produzione di Porto Torres passando dai tradizionali monomeri e polimeri petrolchimici a monomeri e polimeri “bio”: tutti gli impianti di petrolchimica tradizionale del sito, ad eccezione delle gomme nitriliche NBR, sospenderanno inizialmente le attività e saranno definitivamente chiusi contestualmente all’avvio delle prime attività di realizzazione del complesso di chimica verde.
L’occupazione complessiva dell’intero sito di Porto Torres prevederà a regime (2015-2016) un incremento occupazionale di circa 100 persone passando dagli attuali 582 occupati a 685. Il Polo Verde di Porto Torres sarà uno dei più importanti del settore a livello mondiale grazie al carattere innovativo delle produzioni, all’integrazione della catena produttiva, e alle sue dimensioni, con una capacità complessiva installata di 350 kt/a di bioprodotti.
Daniele Ferrari, CEO di Polimeri Europa, ha dichiarato: “Puntiamo a far crescere un nuovo settore chiave dell’economia italiana creando un circolo virtuoso basato sull’innovazione tecnologica e sui bioprodotti sostenibili con un basso impatto ambientale e un’elevata integrazione con il territorio. Siamo certi che questo sarà un modello industriale da esportare. Entrando nel mercato, in rapida crescita, dei prodotti rinnovabili, Polimeri Europa potrà stabilizzare e rafforzare le sue attività chimiche tradizionali, grazie ad un forte stimolo in R&S e alle importanti sinergie delle nuove produzioni bio con le produzioni della chimica tradizionale da materie fossili”.
“Quello che Novamont intende realizzare insieme a Polimeri Europa”, ha sottolineato Catia Bastioli, CEO di Novamont, “è la piena implementazione del modello di bio-raffineria integrata nel territorio, lavorando a stretto contatto con il mondo agricolo, industriale, istituzionale e accademico. L’obiettivo è quello di realizzare un caso-studio che sia di ispirazione per una strategia innovativa nel settore delle materie prime rinnovabili in grado di sposare la massima saggezza nell’utilizzo delle risorse al massimo rispetto per l’uomo, nonché di associare la crescita culturale alla capacità di creare competitività”.
Utilizzando materie prime di origine vegetale, i nuovi impianti del Polo Verde di Porto Torres produrranno prodotti innovativi e in particolare bio-intermedi per bio-plastiche, bio-lubrificanti e bioadditivi per elastomeri. Grazie ad una serie di innovativi processi messi a punto da Novamont i prodotti non soltanto saranno completamente biodegradabili, ma saranno anche prevalentemente prodotti da materie prime rinnovabili. La localizzazione geografica del nuovo progetto trae vantaggio dalla vocazione agricola della regione sarda. Grazie all’elevata integrazione con il territorio, il piano punta alla coltivazione sull’isola delle materie prime vegetali.
I sette nuovi impianti saranno costruiti in tre fasi:
Fase A – La prima fase del progetto vede la costruzione di un impianto per la produzione di biomonomeri e di un impianto per bio-lubrificanti.
Fase B – Nella seconda fase sarà costruito un impianto per la produzione di bio-additivi e bio-filler per il settore delle gomme sintetiche. Questi impianti utilizzeranno prodotti intermedi ottenuti dall’impianto di monomeri bio.
Fase C – La terza fase del progetto costituirà un potenziamento della prima fase, con nuove linee produttive di bio-monomeri e bio-lubrificanti bio più grandi rispetto alla Fase A, e un impianto a valle dell’impianto bio-monomeri, per la produzione di bio-plastiche utilizzabili in una vasta gamma di applicazioni di mercato – smaltimento dei rifiuti, igiene, agricoltura, catering e packaging.
Il nuovo centro di ricerca garantirà sviluppo e innovazione continui di prodotti e processi in sinergia con i centri di ricerca dei due partner e in collaborazione con istituti nazionali e internazionali di primario livello. Inoltre, il progetto sarà in grado di valorizzare importanti sinergie tra i nuovi prodotti di origine rinnovabile della joint venture e i prodotti chimici tradizionali di Polimeri Europa, sia in termini commerciali che produttivi.
In questo contesto sarà possibile ridisegnare interi settori applicativi incidendo sul modo di produrre le materie prime, sulla verticalizzazione di intere filiere agro-industriali “non food” o sinergiche al “food”, sul modo di usare i prodotti e di smaltirli, ma sarà soprattutto possibile pensare a un’innovazione che estenda gli ambiti di sperimentazione al territorio.