Le tre anime “green” di Vinitaly 2018: Bio, Vivit e Fivi
Vini biologici, biodinamici, artigianali, a Vinitaly 2018 – in programma dal 15 al 18 aprile – ogni espressione dell’enologia “ecologica” trova il suo spazio espositivo e commerciale. Anche quest’anno saranno due gli spazi speciali nel Padiglione 8 (quello più “green” del Salone Internazionale del Vino e dei Distillati): VinitalyBio e Vivit – Vite Vignoioli Terroir. A completare un’offerta basata su precise filosofie produttive, contribuirà inoltre la presenza della collettiva FIVI, la Federazione dei vignaioli indipendenti.
Nonostante aspetti di contiguità che possono essere riscontrati nelle tecniche produttive, i produttori dei tre spazi espositivi (74 a VinitalyBio, 117 Vivit, 158 Fivi) hanno peculiarità che li contraddistinguono anche agli occhi degli operatori e dei buyer. La scelta dipende dal consumatore di riferimento: chi vuole il prodotto certificato biologico di VinitalyBio, chi segue il percorso dei vignaioli artigianali di Vivit, chi cerca produttori che dal vigneto al consumatore mantengono e valorizzano il legame con il proprio vino come sono quelli di Fivi.
Sempre più apprezzati, i vini del padiglione “green” rappresentano nicchie in espansione in Italia e all’estero. Dalla ricerca Vinitaly/IRI 2018 emerge che le vendite di vino bio sono cresciute nella distribuzione organizzata italiana nel 2017 del 45,3% in volume e del 40,5% quelle degli spumanti per un totale di oltre 4 milioni di litri e 25 milioni di euro, mentre la ricerca Vinitaly/Wine Monitor su “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro”, che verrà presentata nella giornata inaugurale del salone del vino evidenzia come, in Paesi maturi come la Germania, dove la domanda di vini italiani è prevista cedente nei prossimi cinque anni, il vino biologico sarà una key factor per il nostro export.
Un focus sulla domanda mondiale di vini “sostenibili” sarà sviluppato sempre da Wine Monitor nel convegno “Vini Bio, questione di etichetta. Quali garanzie per un’informazione chiara e trasparente al consumatore“, organizzata da FederBio in collaborazione con Vinitaly lunedì 16 aprile.
Seppur considerato “di nicchia”, il vino bio non è più una moda. «È, piuttosto – afferma Maria Grazia Mammuccini, produttrice biologica e vicepresidente di FederBio –, il riconoscimento da parte del mercato dello stretto legame del vino con il territorio e la sua tutela ambientale, sociale ed economica. Il vino più di altri prodotti rappresenta questo in Italia e ancor più all’estero, proprio per la peculiarità del nostro Paese di avere un vino per ogni territorio».
Per FederBio il trend è molto chiaro: a una crescita della domanda corrisponde un aumento della produzione. L’Italia è il primo produttore di vino certificato biologico al mondo, circa 500 milioni di litri, seppure sia solo l’1% del totale vitato del nostro paese. Nel 2016 le vendite sono ammontate a 275 milioni di euro, con un balzo del 34% rispetto all’anno precedente. Di questi, 192 milioni hanno rappresentato il valore del vino esportato, in rialzo del 40% sul 2015, mentre il progresso sul mercato interno è stato del 22%. La tendenza di consumo andrà consolidandosi, Mammuccini ne è convinta: «Non è un caso che grandi territori vocati o importanti aziende vadano verso la produzione di vino biologico certificato».
Anche quest’anno, per dare spazio anche ai vini biologici di altri produttori presenti in fiera, ma al di fuori dell’area “bio”, sarà attiva l’Enoteca di Vinitalybio, che proporrà le etichette, sempre più numerose, di aziende che hanno fatto questa scelta produttiva.