Inaugurata a Montepulciano la prima cantina al mondo “Off Grid”
Ieri è partita la vendemmia 2011 della Società Agricola Salcheto di Montepulciano, la prima, a livello mondiale, con una cantina totalmente Off Grid, ossia scollegata dalla rete di distribuzione energetica nazionale. Il Gruppo di Lavoro Salcheto Carbon Free, rappresentanti delle istituzioni politiche, come Andrea Rossi, Sindaco di Montepulciano, Anna Maria Betti, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Siena e Gabriele Berni, Assessore Ambiente e Energia della Provincia di Siena, e numerosi altri ospiti si sono collegati da Montepulciano con New York, Tokyo, Londra, Praga e Berlino alla presenza di personalità internazionali e rappresentanti della stampa per brindare alla nuova struttura.
Dopo una breve presentazione, il coordinatore del Gruppo Salcheto Carbon Free, Domenico Andreis ha ricordato come “il progetto della Salcheto è perfettamente in linea con quelli che sono gli obiettivi strategici del Protocollo di Kyoto, ossia la riduzione dei gas ad effetto serra. Se altre aziende applicassero il modello Salcheto all’intera produzione nazionale, si potrebbero ridurre le emissioni di circa 2,3 milioni di tonnellate CO2eq, raggiungendo un risultato sorprendente anche in termini di valore commerciale”.
“Sono molto soddisfatto – ha dichiarato Michele Manelli, presidente di Salcheto – del risultato raggiunto in soli due anni di lavoro. La cantina Off Grid da 3.400 mq è, infatti, un edificio sostenibile, un luogo ideale in cui produrre il vino riducendo al minimo l’impatto ambientale attraverso lo sfruttamento delle risorse presenti nell’azienda agricola, senza distogliere terre alla coltivazione”.
La cantina Off Grid ha raggiunto la piena autonomia energetica. Il 54% della produzione della nuova cantina viene, infatti, soddisfatto dal risparmio energetico ottenuto da innovative dotazioni tecniche: collettori che convogliano la luce solare all’interno, giardini verticali, irrigatori sul tetto e recupero di ventilazioni naturali fredde notturne per isolarsi dal caldo estivo, ma anche vinificatori che sfruttano il gas autoprodotto dalla fermentazione per movimentare i vini.
Fondamentale l’utilizzo delle biomasse prodotte in azienda da cui si ricava il 29% della produzione energetica necessaria (35% da cippato da vigneto – 110.000 kWh/anno, 9% da cespuglietti – 63.000 kWh/anno, 14% da siepi razionali – 35.000 kWh/anno e il 42% da coltivazione arborea – 157.500 kWh/anno). Il 15% dell’energia, invece, viene dal geotermico che sfrutta 400 mt di sonde interrate a bassa profondità lungo i filari. Infine, la poca energia elettrica necessaria è prodotta dal fotovoltaico (2%). Tutti questi accorgimenti permettono di ridurre il fabbisogno energetico e di fornire la restante energia in modo rinnovabile. Rispetto ad una cantina tradizionale, inoltre, la potenza termica da 200 kW passa a 150 kW, meno 25%, la potenza frigorifera da 230 kW a 100 kW e per quanto riguarda la potenza elettrica da 80 kW a 50 kW, meno 35%.
“Gli investimenti che abbiamo fatto – ha concluso Manelli – consentono, inoltre, enormi risparmi sul lungo termine. Abbiamo investito 350 mila euro, infatti, per le misure di efficienza energetica ma questo ci consentirà di risparmiare 46mila euro di bollette all’anno. Si tratta poi di un progetto che qualsiasi azienda vinicola può in maniera molto semplice riprodurre al proprio interno, permettendo così al sistema Paese di ottenere abbattimenti di emissioni molto significativi”.