Endesa: un think tank a Barcellona per l’efficienza energetica
La produzione elettrica da fonte solare è in continua crescita e i paesi dell’Europa meridionale e del Nord Africa sono in condizioni ottimali per sviluppare questa risorsa e sfruttare il vero “petrolio” del Mediterraneo. L’uscita dalla crisi richiede infatti tanto misure a breve termine di stabilizzazione finanziaria quanto una strategia di crescita: lo sviluppo delle fonti rinnovabili consentirebbe di ridurre il deficit commerciale dei paesi produttori, promuovere un settore in grado di creare migliaia di posti di lavoro e ridurre la dipendenza cronica di energia da fonti fossili.
A Barcellona, la controllata di Enel Endesa ha inaugurato il nuovo padiglione che ospiterà il Centro di Controllo del Progetto Smart City Barcelona, con investimenti per 100 milioni di euro, candidandosi ad essere un think tank per l’efficienza energetica. La costruzione, coerentemente con la destinazione d’uso, è modulare e composta da una tettoia trasparente, leggera e rimovibile. Ha una superficie di 154 m2 con moduli formati da strutture multistrato e copertura composta da pannelli fotovoltaici. Il consumo medio giornaliero della struttura è di 20 kWh, ma la produzione di energia prevista di 100 kWh. L’80 percento dell’elettricità che verrà prodotta in eccedenza potrà dunque essere immesso nella rete.
Sempre in Spagna, Endesa realizzerà un progetto di ricerca per dimostrare la validità tecnica ed economica della generazione solare con “dischi Stirling”, un ciclo termodinamico simile a quello del motore di un veicolo a benzina. Nell’ambito del progetto Solardis, con investimenti per 1,7 milioni di euro, verrà costruito un impianto dimostrativo vicino alla centrale Endesa di Guillena, in Spagna, per convalidare a livello commerciale questa tecnologia, che potrebbe poi essere esportata anche in Italia.
L’area mediterranea sta diventandoinfatti sempre più cruciale per l’approvvigionamento di energia dell’Europa, e anche la Commissione Europea, nel documento The EU Energy Policy: Engaging with Partners beyond Our Borders, raccomanda di impegnarsi in investimenti infrastrutturali che favoriscano la cooperazione energetica tra i Paesi nord-africani e quelli europei. Una scelta che assume un peso strategico ancora maggiore dopo la decisione di paesi come la Germania, che hanno scelto di abbandonare il proprio programma nucleare dopo l’incidente di Fukushima.