I Comuni Rinnovabili 2011 nel rapporto Legambiente
Nel 94% dei Comuni italiani sono installati impianti da fonti rinnovabili. Sono, infatti, 7.661 i municipi che ospitano almeno un impianto da rinnovabile, rilevati nel Rapporto Comuni Rinnovabili 2011 di Legambiente. Erano 6.993 lo scorso anno e 5.580 nel 2009. La crescita è impressionante e riguarda ognuna delle fonti pulite. Sono 7.273 i Comuni del solare, 374 quelli dell’eolico, 946 quelli del mini idroelettrico, 290 i comuni della geotermia e 1.033 quelli che utilizzano biomasse e biogas.
Aumenta quindi significativamente il contributo energetico delle rinnovabili, che nel 2010 ha coperto il 22% dei consumi elettrici complessivi, grazie a 200 mila impianti distribuiti nel territorio, che già oggi rendono rinnovabili al 100% un numero sempre maggiore di Comuni.
E’ questo, in sintesi, il quadro dell’energia verde in Italia disegnato dal rapporto annuale di Legambiente, realizzato con il contributo di GSE e Sorgenia e presentato ieri a Roma nella sede del GSE, alla presenza di Sara Romano, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, Antonio Giuliani, dirigente di gabinetto del ministero dell’Ambiente, Emilio Cremona, presidente GSE, Nando Pasquali, amministratore delegato GSE, Gerardo Montanino, responsabile direzione operativa GSE, Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, Riccardo Bani, direttore generale Sorgenia, Simone Togni, segretario generale ANEV e Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente.
Il dossier racconta, con tabelle e cartine, l’impressionante velocità di sviluppo di un nuovo modello energetico distribuito, che ormai riguarda quasi ogni Comune italiano.
“Queste esperienze dimostrano come le fonti rinnovabili sono oggi tecnologie affidabili, su cui è possibile costruire un modello energetico più moderno, efficiente e pulito – ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza –. Occorre sostenere questo scenario, dando certezze a imprese, cittadini, enti locali, per sviluppare innovazione e qualità nel territorio, e consentire in poco tempo di raddoppiare gli attuali 120 mila occupati nel settore. Chiediamo al governo un impegno preciso in questa direzione, a cominciare da una modifica al Decreto Romani che ha di fatto frenato e tolto ogni certezza agli investimenti, introducendo un tetto alla crescita delle rinnovabili e una revisione degli incentivi che complica gli interventi. Oggi, anche alla luce di quanto avvenuto a Fukushima, puntare sulle fonti pulite è l’unica prospettiva energetica percorribile per l’Italia, che ha tutto l’interesse a raggiungere i target previsti dall’UE al 2020 rendendo più moderno e pulito, sicuro e meno dipendente dall’estero il suo sistema energetico. I numeri presentati oggi dimostrano che l’alternativa al nucleare esiste e che la rivoluzione energetica è già iniziata”.
“Il rapporto di Legambiente – ha poi dichiarato Nando Pasquali, amministratore delegato del GSE – fa emergere il dato che le energie rinnovabili sono sempre più accessibili al singolo cittadino e non solo ai grandi produttori. Dimostra inoltre come il Paese stia puntando su tutte le fonti rinnovabili, soprattutto su quelle nuove, come il solare fotovoltaico, l’eolico e le biomasse che hanno forti possibilità di crescita, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi comunitari”.