Grafysorber: le nuove unità di decontaminazione per gestire le emergenze ambientali
Directa Plus, azienda tecnologica con sede a Lomazzo (Co), tra i principali produttori di nanomateriali a base grafene al mondo, ha presentato il 18 dicembre, le prime tre Grafysorber Mobile Decontamination Unit, un interessante passo avanti per gestire le emergenze ambientali con il grafene G+.
Si tratta di container che hanno al loro interno un macchinario in grado di produrre il grafene necessario per depurare le acque contaminate direttamente sul luogo di un’emergenza ambientale. “Un grande passo avanti per decontaminare le acque in modo tempestivo e efficace, che oltretutto permette di abbattere i costi di trasporto del grafene G+ richiesto per l’intervento. Grazie alla Grafysorber Mobile Decontamination Unit siamo in grado di essere velocemente sul luogo dell’emergenza con una soluzione davvero risolutiva”, spiega Giulio Cesareo, CEO di Directa Plus.
Grafysorber™ - questo il nome del prodotto a base di grafene utilizzato per decontaminare le acque dagli idrocarburi – è brevettato e approvato dal Ministero dell’Ambiente, ed è già stato sperimentato con successo in Italia e all’estero. Grazie alle peculiari caratteristiche del grafene di cui è composto performa almeno cinque volte più degli altri prodotti attualmente utilizzati in questi casi. Si tratta dunque di un prodotto che può essere definito “ecosostenibile” sotto diversi aspetti: consente di recuperare e riciclare gli oli adsorbiti; è esso stesso riciclabile; è costituito da un materiale naturale e non contiene sostanze tossiche. La possibilità di produrlo direttamente in loco e nella quantità necessaria rende inoltre il suo utilizzo ancora più semplice ed economico.
Le tre unità mobili prodotte sono state realizzate per Biocart, azienda italiana specializzata in soluzioni ambientali di nuova generazione. “L’incontro con Biocart è stato per noi lo stimolo per passare velocemente da un progetto alla sua concretizzazione. Fin da quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto GEnIuS (Graphene Eco-Innovative Sorbent), che ha portato al lancio di Grafysorber, avevamo in mente di mettere a punto una soluzione per produrre il materiale dove e quando serve. L’esigenza di Biocart, che ha creduto nel valore di quest’idea fin da subito, ci ha permesso di arrivare oggi, in tempi davvero brevi, a presentare le prime unità prodotte – sottolinea Cesareo – Peraltro si tratta di un progetto che ha tutte le caratteristiche per essere replicabile, e contiamo di produrre presto altre unità che ci permetteranno di essere pronti ad intervenire nelle emergenze in modo rapido e altamente efficace”, conclude Cesareo.