Sempre più visitatori al Museo virtuale del Riciclo
È possibile trovare oggetti d’arredo, strumenti musicali, installazioni e quadri. Tutte opere che hanno una caratteristica in comune: sono state realizzate con l’utilizzo di rifiuti. Il Museo del Riciclo, che è stato aperto “virtualmente” nel febbraio 2010 da Ecolight, in due anni ha superato i due milioni di pagine viste, registrando un crescendo di interesse tra artisti, appassionati d’arte e design e cittadini sensibili alle tematiche ambientali. «Abbiamo assistito a un trend di costante crescita, segno che l’attenzione al mondo dei rifiuti e del riciclo è in continuo aumento», osserva Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio per la gestione dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), delle pile e degli accumulatori.
Sono cresciute le pagine viste mensilmente e i visitatori unici del portale: se nel primo anno di attività sono stati registrati in media 5.727 visitatori unici al mese, nel secondo anno i visitatori mensili sono diventati 7.632, con punte che hanno sfiorato i 10.000 contatti. «Pur essendo un museo solamente virtuale, Museodelriciclo.it è la dimostrazione concreta di come ciò che consideriamo rifiuto non è materiale da buttare, ma può rinascere a nuova vita», continua Dezio. «Il Museo del Riciclo è la testimonianza di come il recupero dei rifiuti può portare a un valore aggiunto: troviamo molti esempi di come anche delle schede madri di computer possono essere trasformate in colorate lampade; non bisogna dimenticare però che i circuiti stampati, così come i piccoli e grandi elettrodomestici, i televisori e le lampadine a risparmio energetico non solamente danno origine a importanti materie prime seconde che possono essere impiegate nei ciclo di produzione di nuovi oggetti, ma anche permettono un consistente risparmio in termini di consumo energetico e minor inquinamento».
Per festeggiare il secondo compleanno del Museo del Riciclo sono state scelte le opere dello Studio SETADesign di Teresa Siano e Alfonso Escoffièr: esempi come le MBLamp, che sono ottenute riciclando le schede madri dei computer. Due le versioni proposte: la lampada da terra con un mouse utilizzato come interruttore e la versione da tavolo con un vecchio floppy disc che fa da base. «Tutto nasce da un pensiero: “nulla è ciò che appare, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”», spiegano gli autori. «È così che da vecchie “risorse” quali i componenti elettronici dei computer, obsoleti o guasti, è nata l’idea di realizzare la MBLamp, un oggetto di uso quotidiano che risulta anche un elemento di design eco-artistico».
Prosegue il direttore generale di Ecolight: «Alla creatività non c’è limite come dimostrano le oltre 300 opere, firmate da più di cinquanta artisti, ospitate finora sul portale del Museo». Dall’arte fatta con il riciclo al riciclo capace di diventare arte, il passo è breve. «Attraverso il Museo vediamo l’arte creata riciclando i rifiuti; ma siamo convinti che il riciclo, in quanto “buona pratica”, sia una forma d’arte capace di insegnare a rispettare maggiormente l’ambiente», conclude Dezio. Dopo la presentazione nell’ultima edizione di Ecomondo, il Museo del Riciclo si prepara a vivere una nuova stagione e una rinnovata collaborazione con il premio internazionale “Rifiuti in cerca d’autore” di Salerno in Arte che si appresta a lanciare la sua quarta edizione.