Disastro di Stava, la commemorazione dei geologi
Il 15 Luglio alle ore 10,00 la Convention Nazionale dei Geologi si terrà, simbolicamente, al Palafiemme di Cavalese. Il 16 geologi e cittadini saranno invece sul Sentiero della Memoria e poi ad inaugurare la mostra sul “Disastro di Stava”. Mentre alle ore 15 l’incontro con la stampa si terrà in alta quota, là dove c’erano i bacini di decantazione, per aiutare, anche attraverso i media, a non dimenticare una tragedia in cui morirono 268 persone di 11 regioni italiane.“Raggiungeremo il punto più panoramico del sentiero – annuncia il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano – dal quale vedremo la colata di fango con gli occhi di chi la vide quel 19 Luglio del 1985”.
Le stazioni informative relative all’attività mineraria mostreranno , lungo il sentiero, la presa dell’acquedotto che portava all’impianto l’acqua necessaria per la lavorazione del minerale, l’imbocco della galleria della miniera a quota 1.550, i capannoni che ospitavano gli impianti di lavorazione del minerale e l’idrociclone che nella zona di Pozzole serviva per innalzare gli argini dei bacini di decantazione.
Lungo il Sentiero della Memoria c’è anche il cimitero dove sono sepolte le salme del “Disastro di Stava “. Alle ore 17 i geologi raggiungeranno il Centro Fondazione Stava 1985 Onlus a 1245 metri sul livello del mare , dove sarà allestita una mostra fotografica che ricorderà quei drammatici giorni. I geologi raggiungeranno il Sentiero della Memoria attraverso Il Geotrail/Sentiero Geologico del Dos Capèl che” fu il primo percorso tematico dedicato alla Geologia in Italia. Fu realizzato nella seconda metà degli anni 70. Il sentiero è davvero un museo all’aperto – spiega Graziano - un itinerario ideale per comprendere la geologia delle Dolomiti. Compiremo un viaggio attraverso oltre 40 milioni di anni di storia geologica raggiungendo anche quota 2145 sul livello del mare . L’intento è quello di divulgare la conoscenza geologica ricordando quanto accadde il 19 Luglio del 1985 . Vedremo le vette più significative: Latemar, Sella, Marmolada, Monzoni, Costabella, Mulat, Viezzena, Bocche, Pale di San Martino, la parte più orientale della Catena del Lagorai, il Corno Nero e la Pala di Santa”.
Ma cosa accadde esattamente quel 19 luglio di trent’anni fa? Sembrava una giornata tranquilla, i bambini con le loro famiglie iniziavano a sedersi a tavola per pranzare. Molte di queste persone – famiglie, bambini, ragazzi, anziani – erano in vacanza, alcuni invece vivevano e lavoravano in quei luoghi. Alle 12 e 22′ i bacini di decantazione della miniera di Prestavel, sulle Dolomiti, collassarono e 170.000 metri cubi di acqua, fango, detriti, alberi spazzarono via tutto quanto era nel raggio di alcuni chilometri, ad una velocità di 90 km orari. Morirono 268 persone: 28 bambini di età inferiore ai 10 anni, provenienti da 64 comuni di 11 regioni italiane. 22 anni dopo la tragedia del Vajont .