DDL sul consumo di suolo: le proposte di modifica dell’Istituto di Urbanistica
L’Istituto Nazionale di Urbanistica valuta positivamente l’impegno delle Commissioni parlamentari che stanno esaminando il disegno di legge sul “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato“. L’INU ritiene che il momento sia maturo per adottare provvedimenti incisivi a livello nazionale. E’ ormai generale infatti la presa di coscienza, anche da parte dell’opinione pubblica, della centralità di temi come il contenimento del consumo di suolo e l’incentivazione alle pratiche di rigenerazione urbana per un innalzamento della qualità della vita e per una maggiore prevenzione dai danni provocati da eventi meteorologici estremi.
L’INU fa sapere che, tuttavia, avrebbe preferito che “i temi citati fossero affrontati in un organico provvedimento di riforma della disciplina di governo del territorio, e non in un testo che rischia di essere parziale e non risolutivo“. Testo a cui l’Istituto prova a dare il proprio contributo, con una serie di 11 emendamenti per il suo miglioramento. Le proposte di modifica traducono quelle che sono le perplessità sul testo e propongono la via per “rafforzare” alcuni punti deboli.
Nello specifico, l’Istituto, tra le altre cose, propone la previsione di una definizione più univoca e condivisa di “consumo di suolo”, visto che il concetto di permeabilità/impermeabilità rischia di essere troppo specialistico e di difficile applicazione. Si propone per questo di sostituirlo o almeno di integrarlo con il concetto di “suolo urbanizzato“. Inoltre le modifiche proposte comprendono la messa a punto di strumenti che stimolino concretamente le pratiche di rigenerazione urbana, dando la possibilità attraverso il testo nazionale di mettere a punto a livello locale misure di incentivazione di tipo fiscale e contributiva e la predisposizione di un “Catasto degli usi e della qualità del suolo”, atto a quantificare e localizzare, oltre alle superfici agricole o comunque con suolo naturale, anche quelle che sono passibili di miglior utilizzo o riuso, in quanto sottoutilizzate o dismesse, tra le aree comunque urbanizzate. La realizzazione di questo catasto secondo criteri omogenei sul territorio nazionale renderebbe disponibile una base dati costantemente aggiornata a disposizione delle Regioni e del governo, fondamentale per il monitoraggio d’efficace della legge, che altrimenti rischia di essere una dichiarazione di principi senza apprezzabili effetti pratici.
INU propone inoltre la modifica della disciplina della moratoria: essa dovrebbe essere valida quanto meno fino alle disposizioni regionali, che di fatto inaugurano il corso della nuova disciplina, e non ha senso stabilire come limiti in prima battuta l’approvazione del decreto sul consumo di suolo (che per essere efficace deve comunque attendere le misure regionali) e in seconda battuta l’arco temporale di tre anni. Va prevista inoltre un’esclusione dalla moratoria delle sole opere pubbliche già programmate.
Gli emendamenti prevedono anche l’eliminazione della disposizione che stabilisce che, trascorsi i tre anni dall’approvazione della legge, sia ammesso il consumo di una quantità di suolo pari al 50% di quello già consumato nei cinque anni precedenti. In tal modo infatti si tornerebbe ad ammettere, senza alcuna regolazione, nuovi consumi di suolo ma soprattutto si andrebbero a premiare i comuni meno virtuosi. L’Istituto chiede anche l’eliminazione della parte della legge che disciplina caratteri e modi del recupero degli insediamenti rurali dismessi. Si tratta di disposizioni che dovrebbero essere inserite in una norma dedicata al recupero dell’edilizia rurale e che sarebbero troppo puntuali, forse, anche per un testo di legge regionale. Il livello di dettaglio stride inoltre con la genericità con cui vengono invece definiti e disciplinati gli interventi di rigenerazione urbana.