Clima: gli impegni assunti dai Paesi in via di sviluppo
Il Segretariato delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ha pubblicato la raccolta delle informazioni sulle azioni assunte dai Paesi emergenti e in via di sviluppo per ridurre le proprie emissioni di gas serra.
Il documento fa seguito a quanto deciso nella conferenza di Cancun dello scorso dicembre, dove, nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), anche i governi non firmatari dell’Allegato 1 (cioè quelli che non hanno assunto impegni vincolanti) dichiararono i propri obiettivi di riduzione delle emissioni. Le indicazioni contenute nella pubblicazione (relative a 47 Paesi) , e le azioni di supporto che dovranno essere attuate per portare a buon fine questi programmi volontari, saranno discussi in occasione degli incontri preparatori della Conferenza UNFCCC che si terrà a Bangkok dal 5 all’8 aprile. Riguardo al dettaglio delle azioni, in un comunicato l’ONU sottolinea il rilievo degli obiettivi dichiarati dalla Cina, che intende ridurre le emissioni di CO2 del 40-45% entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005, portando entro questa data al 15% il contributo complessivo delle fonti non fossili alla copertura del fabbisogno energetico del Paese. Rilevante anche l’obiettivo del Sudafrica, che mira a ridurre del 34% le proprie emissioni al 2020 e del 42% al 2025 (da notare che il Sudafrica parte molto penalizzato, perché produce circa il 95% dell’elettricità con il carbone) Altri Paesi puntano fortemente sulle fonti rinnovabili. È il caso della Colombia e del Marocco, per fare solo due esempi. Nel primo caso l’obiettivo è di portare al 77% il contributo delle rinnovabili alla generazione elettrica entro il 2020. Nel secondo caso l’impegno è di realizzare entro il 2020 circa 2.000 MW solari, ed entro il 2030 un centinaio di impianti idroelettrici e parchi eolici per 5.000 MW. Per contro, sono giudicati modesti gli obiettivi annunciati da altri Paesi. Solo a titolo di esempio il comunicato dell’ONU cita il caso di Israele, che si è impegnata a ridurre le proprie emissioni del 20% al 2020, aumentando del 10% il contributo delle fonti rinnovabili e riducendo del 20% la domanda di elettricità.