Calsazio: un borgo alpino in vendita su eBay per tornare a vivere
Un intero borgo in vendita su eBay. Succede nel Canavese, ai piedi del Parco Nazionale Gran Paradiso, tra le montagne della Valle Orco che da Pont si estende fino a Ceresole Reale. La borgata è Calsazio, Frazione di Sparone. Gli immobili in vendita sono quattordici, per un totale di cinquanta vani e soli 245 mila euro di base d’asta. La borgata è già entrata nella rete dei Borghi Alpini voluta dall’Uncem (Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani) a maggio, che coinvolge trenta Comuni piemontesi.
“Abbiamo conosciuto Calsazio, tramite alcuni proprietari, un anno e mezzo fa – spiega Marco Bussone, coordinatore del programma Borghi Alpini promosso dalla Delegazione piemontese dell’Associazione – quando avevamo aperto il bando per individuare possibili borghi da rivitalizzare lungo tutto l’arco alpino piemontese. Abbiamo individuato una trentina di opportunità, altre dieci dove sono già stati aperti cantieri. Calsazio si presta bene a un intervento da parte di un privato, che può acquistare gli immobili e, con un generale programma di recupero, riqualificarli”. La destinazione d’uso? Una parte potrebbe ospitare strutture diffuse di accoglienza turistica, come l’albergo diffuso, che non ha un unico corpo, bensì distribuisce le camere in diversi immobili lungo il borgo. L’altra possibilità è quella di trasformarla in un borgo residenziale, vista la vicinanza con i poli dei servizi (Cuorgné, Rivarolo e Ivrea sono a pochi chilometri) e con Torino (cinquanta chilometri), la presenza a cinquanta metri di una strada provinciale.
“Chi acquista avrà da Uncem un masterplan con individua possibili forme di riqualificazione – prosegue Bussone – Uncem, per il programma borghi alpini, ha scelto come partner una serie di qualificati architetti. Lavoriamo da anni con l’Istituto di Architettura montana del Politecnico di Torino, che ha seguito ad esempio gli interventi nella borgata di Ostana, in Valle Po. A Sparone gli immobili hanno precise conformazioni architettoniche che devono essere mantenuti. Anche sui materiali deve essere fatta un’attenta valutazione. Non si possono accettare scempi o recuperi non funzionali al luogo, inserito in un’area di pre-parco. Legno e pietra sono ideali per il recupero”.
L’elenco dei borghi già riqualificati, in Piemonte e in Italia, si allunga. Domenica 13 luglio, Massello e Monastero di Lanzo inaugureranno le loro frazioni recuperate grazie alle risorse messe a disposizione dalla misura 3.22 del Psr 2007-2013: misura per la rivitalizzazione di villaggi alpini che Uncem spera venga rifinanziata adeguatamente nella programmazione 2014-2020. Ma non vi sono solo interventi realizzati con investimenti pubblici (ai quali unire le detrazioni fiscali nazionali per le ristrutturazioni e gli interventi di efficienza energetica). Il recupero dei borghi, delle cascine, delle case rurali delle Langhe, dell’entroterra ligure, dell’Appennino abruzzese, del Chianti e di tutte le aree collinari toscane, dimostrano come sempre di più – in un momento di grave crisi per l’edilizia e il mercato immobiliare – vi sia l’attenzione di piccoli e grandi investitori privati per le aree rurali e montane di pregio ad alto valore aggiunto.
“Complici il paesaggio, la possibilità di avviare imprese nel settore turistico e agricolo, la stessa attrattività dei luoghi, assistiamo a un’attenzione sempre più forte per il territorio montano, un vero ‘ritorno’ – spiega il presidente dell’Uncem Piemonte Lido Riba – In fondo è quello che vogliamo: generare occasioni di sviluppo locale, di rivitalizzazione di aree e borgate abbandonate, luoghi fantasma. Pensiamo a Solomeo grazie a Brunello Cucinelli diventato borgo unico nel mondo dove ha sede un’impresa manifatturiera d’eccellenza, oppure Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo dove è nato uno dei primi alberghi diffusi d’Italia, grazie all’investimento di Daniele Kihlgren. Si può provare anche a Calsazio di Sparone, oppure a Ostana, o in Valle Maira, dove moltissmo è già stato recuperato con l’arrivo di Olandesi e Tedeschi. È il segnale di un territorio montano che si apre all’esterno, una montagna aperta che sceglie anche l’innovazione, la trasformazione, il cambiamento, per individuare nuove forme di sviluppo”.