Bioplastiche: proseguono le sperimentazioni di Matrica sul cardo
Si è tenuto in questi giorni, presso i campi sperimentali Matrìca di Porto Torres, l’appuntamento annuale per condividere con il mondo agricolo i risultati di un altro anno di lavoro per lo sviluppo della coltura del cardo.
La sperimentazione si avvale delle competenze di numerosi gruppi di ricerca del mondo accademico e dei grandi centri di ricerca italiani e di imprese esperte nei diversi settori, e sta riguardando un’ampia gamma di discipline: aspetti di meccanizzazione, di produzione integrata, di genetica, di chimica delle biomasse, etc. Nelle macchine è stata inoltre sperimentata la seconda generazione di testate a doppio stadio, capace di mietere in modo continuativo su terreni sassosi, ponendo le basi per una nuova generazione di macchine per la raccolta.
Lo sviluppo della filiera del cardo è strettamente legato all’industrializzazione di una tecnologia italiana prima al mondo che ha dato vita all’impianto Monomeri Matrìca, inaugurato il 16 giugno scorso, e rappresenta un passo fondamentale per l’ integrazione agricola a monte, con possibili ulteriori ricadute nel campo degli oli vegetali, della mangimistica, degli zuccheri di seconda generazione e dell’estrazione di molecole attive. Proprio in tali ambiti sono in corso iniziative in collaborazione con il CNR, il CRA e l’ENEA, con l’Università di Napoli e in avviamento con l’Università di Sassari, ampliando lo studio anche a colture alternative o complementari con il cardo e agli scarti agricoli e mettendo a sistema le capacità di ricerca di Novamont e Matrìca.
L’evento, organizzato presso i campi sperimentali Matrica da Novamont, l’azienda ideatrice delle tecnologie alla base della bioraffineria che da anni sta sperimentando la coltura del cardo per l’ottenimento di intermedi e bioprodotti, nonché responsabile dello sviluppo della filiera agricola integrata per Matrìca, ha visto una folta partecipazione del mondo agricolo del territorio contrassegnata dalla presenza di esponenti di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, della ricerca e delle istituzioni locali. La raccolta, effettuata con l’innovativa testata, ha rappresentato un’occasione per condividere i risultati e le esperienze maturati fino ad oggi e i prossimi passi della sperimentazione.
La bioraffineria di Porto Torres punta a sperimentare un modello di relazione agroindustriale innovativo, finalizzato alla realizzazione di una filiera corta radicata nel territorio e a basso impatto, che sia in grado di massimizzare i posti di lavoro locali e la sostenibilità ambientale ed economica di una gamma di prodotti per svariati utilizzi. Le attività in corso rappresentano l’elemento cardine del percorso avviato con gli operatori agricoli sardi per dar vita ad un modello di cooperazione basato sulla salvaguardia della biodiversità e delle produzioni autoctone e capace di generare nuova occupazione ed importanti opportunità di integrazione al reddito delle imprese agricole locali.
“L’attività di sperimentazione sul cardo sta proseguendo, grazie anche al supporto del mondo agricolo, in modo molto positivo e molto incoraggiante. Una volta completata la raccolta di tutti gli ettari coltivati riassumeremo i dati della sperimentazione in un articolo divulgativo, per condividere gli importanti risultati ottenuti quest’anno non soltanto con gli addetti ai lavori, ma anche con le istituzioni e i cittadini”, spiega Michele Falce, responsabile Sviluppo filiere agricole di Novamont.