Acque minerali: in Italia manca una legge per la tracciabilità
“A Contursi Terme nascerà il Centro Internazionale della Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’Umanità . Pronti ben 9 milioni di euro ed a breve partirà la gara. Il Centro avrà sede in un albergo confiscato alla criminalità organizzata”. Lo ha annunciato il sindaco di Contursi Terme (Salerno), Graziano Lardo aprendo ieri la convention nazionale dei geologi dedicata alla sicurezza delle acque, delle risorse minerali e termali.
Forte la denuncia dei Chimici: “ Manca in Italia una normativa che garantisca la tracciabilità delle acque minerali alla pari dei prodotti alimentari. Allo stato attuale – ha affermato Claudio Torrisi , Presidente Ordine dei Chimici di Catania – basta citare solo la fonte di provenienza delle acque. E’ forte il rischio di importazione di acque minerali provenienti dall’Est europeo”. Sulla stessa linea l’Ordine dei Chimici della Campania. “ La qualità delle acque minerali bevute in Italia è di gran lunga superiore a quella delle acque degli altri Paesi europei. Purtroppo la recente normativa europea – ha dichiarato Marco Trifuoggi dell’Ordine dei Chimici della Campania – non ha imposto restrizioni in particolare ai Paesi dell’Est. Rischiamo di importare acque minerali dall’Est europeo di scarsa qualità”.
“Attenzione perché l’acqua sarà la vera emergenza del domani, altro che i rifiuti. Stiamo letteralmente depauperando il Pianeta - ha dichiarato Francesco Peduto, Presidente Geologi Campania – consumando più risorse di quante ne produce. Oggi consumiamo una quantità di risorse per la cui rigenerazione sarebbe necessario un Pianeta e mezzo e questo per colpa dei paesi più industrializzati”. In Italia abbiamo una disponibilità idrica annua pro capite compresa tra 2.000 e 5.000 mc; certo non siamo il Canada che ne ha oltre 50.000 mc pro capite ma abbiamo una risorsa maggiore rispetto alla Germania. Eppure da noi le crisi idriche già sono un problema in diverse aree, al contrario della Germania. ”Questo perché in Italia scontiamo l’assenza di un quadro normativo coerente con gli obiettivi di una moderna politica di tutela e di gestione. Ad esempio la Campania ha approvato solo nel 2007, con un ritardo clamoroso, il Piano di Tutela delle Acque “. In Campania non esistono regolamenti ed altri atti normativi che avrebbero dovuto fornire agli utenti ed alle province chiarimenti ed interpretazioni in merito ai canoni ed agli scopi sull’uso dell’acqua. La Regione Campania non ha mai portato a termine il riparto delle competenze tra Enti locali come è stato stabilito dalle norme vigenti ben 15 anni fa. Il risultato è che si sprecano fondi e risorse senza valorizzarle e creare una vera economia.
“Il settore delle acque minerali dà occupazione a 30.000 lavoratori nell’indotto e a 7.500 dipendenti – ha concluso Silvia Fabbrocino, docente di Idrogeologia della Federico II di Napoli – e con il settore termale rappresenta un vero propulsore della crescita economica. I dati del turismo termale sono importanti. Ben 4 milioni di turisti all’anno in Toscana, 3 in Veneto , uno in Italia e non c’è regione che non abbia risorse termali. E’ importante offrire strumenti per la gestione di queste risorse . Dobbiamo mettere insieme ricerca scientifica, pianificazione territoriale, legislazione ed imprenditoria”.