Acquafil con Outerknown per la nuova collezione menswear in Econyl
Il Gruppo Aquafil, ha annunciato la partnership con Outerknown, un nuovo brand di abbigliamento maschile, fondato dall’undici volte campione del mondo di surf Kelly Slater, che ha deciso di usare il filo ECONYL ® per realizzare la sua nuova collezione.
La filosofia che sostiene Outerknown si fonda su tre pilastri: funzionalità, stile e sostenibilità ambientale, intesa dalla ricerca dei materiali alla produzione dei capi. Sulla condivisione di questi valori Aquafil, uno dei fornitori leader a livello mondiale di fibre sintetiche, con il suo brand Econyl, ha stretto con OuterKnown una nuova collaborazione.
“La nostra partnership con Outerknown nasce da una visione comune, il cambiamento sostenibile“, ha detto Giulio Bonazzi, amministratore delegato di Aquafil. “Outerknown ci ha cercato non solo per ottenere prodotti che fossero completamente realizzati in nylon rigenerato, ma soprattutto prodotti infinitamente rigenerabili, come il nostro Econyl”.
“Amo l’oceano, credo nel rispetto per la natura e penso che il brand Econyl di Aquafil sia il partner ideale per noi. In Aquafil non solo hanno riscritto le regole della produzione delle fibre sintetiche, ma stanno contribuendo decisamente alla pulizia dei mari”, dice Kelly Slater. “Fare prodotti che veicolino questi valori è la missione di Outerknown”.
La prima collezione di Outerknown presenta la linea Evolution realizzata con filati di nylon Econyl, che offre la stessa qualità e le stesse prestazioni del migliore nylon. Econyl contribuisce però a diminuire la mole di rifiuti tessili presenti nelle discariche e nei mari. I rifiuti tessili di nylon vengono infatti trattati con un processo di rigenerazione unico nel suo genere e tornano a essere nylon di eccezionale qualità.
Aquafil è impegnata nell’ambito della salvaguardia dei mari grazie a due programmi ambientali globali come the Healthy Seas Initiative e Net-works™. Questi programmi mirano a diffondere la consapevolezza dei problemi di conservazione dell’oceano e a proteggere la vita marina attraverso il recupero delle reti da pesca abbandonate. Infatti, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e la Food and Agriculture Organization (FAO), ci sono attualmente più di 640.000 tonnellate di reti da pesca abbandonate negli oceani. Queste reti abbandonate portano al problema della “pesca fantasma“, cioè quando le reti da pesca rimangono alla deriva, catturando le balene, tartarughe, uccelli e altri animali marini.