2010: 118% in più per il fotovoltaico mondiale
La panoramica annuale sui produttori di celle fotovoltaiche, pubblicata nel numero di marzo della rivista in lingua inglese Photon International e in pubblicazione in lingua italiana sul numero di aprile di Photon – Il Mensile del Fotovoltaico, dimostra che, a livello globale, l’industria del settore, nel 2010, ha incrementato la produzione di celle fino a 27,2 gigawatt: per fare un paragone, tanto quanto era stato fabbricato complessivamente negli ultimi quattro anni.
Si tratta di incredibili volumi che rappresentano una crescita del 118 per cento, in confronto al livello di produzione di 12,5 gigawatt dell’anno precedente: il tasso annuale di crescita più alto, da quando Photon ha avviato il rilevamento della produzione di celle, nel 1999.
L’industria del fotovoltaico intanto annuncia piani ambiziosi anche per l’anno in corso: le 199 imprese tenute sotto osservazione che hanno dichiarato assieme una capacità produttiva di celle di circa 37 gigawatt a fine 2010, si sono poste come obiettivo un incremento pari all’80 per cento di quello stesso parametro, che si innalzerebbe a circa 67 gigawatt entro fine 2011, con una crescita della produzione di circa il 90 per cento, per raggiungere 51,4 gigawatt.
“L’industria del fotovoltaico è pronta da subito ad assumersi la responsabilità di sostituire una fonte energetica così pericolosa come il nucleare – sostiene il direttore di Photon International Michael Schmela: – Il solare, che ha dimostrato di potersi sviluppare rapidamente e che si sta diffondendo sempre più, è molto meno costoso di quanto la gente pensi“.
Per dare un’idea: i 27,2 gigawatt di celle prodotte lo scorso anno potrebbero generare all’incirca quanto 27 reattori nucleari. L’elettricità da fonte fotovoltaica producibile da queste celle in un anno sarebbe pari a circa 27 terawattora (TWh, ovvero miliardi di chilowattora), se i relativi moduli fossero installati da oggi in uno dei mercati di riferimento del fotovoltaico.
“Persino in un Paese con irraggiamento solare relativamente modesto come la Germania, mercato leader in questo campo, un tale quantitativo sarebbe sufficiente a sostituire la produzione di circa tre reattori – afferma Schmela. – Se, per quest’anno, poi, dovessero andare in porto i piani formulati dall’industria del fotovoltaico, in Germania si potrebbe generare tanta corrente quanta sarebbero in grado di produrre sei centrali nucleari e in Italia si potrebbe addirittura livellare completamente il picco estivo del fabbisogno energetico“.
Gli impianti fotovoltaici tedeschi di grande taglia possono già attualmente generare corrente al costo di circa 15 centesimi di euro per chilowattora, che equivale alle tariffe incentivanti per l’eolico «off-shore». Nel Mezzogiorno d’Italia, tariffe di soli 12 centesimi di euro per chilowattora sarebbero sufficienti per impianti di taglia industriale, al posto degli attuali 33 centesimi di euro. “L’immagine di un’energia fotovoltaica costosa è ormai datata – afferma Schmela. – Oggi che i governi stanno ripensando le strategie di approvvigionamento energetico, a seguito dell’incidente nucleare di Fukushima, è necessario che vadano oltre al gas naturale e all’eolico, provvedendo a integrare il fotovoltaico nello scenario delle fonti alternative“.
Gli sviluppi del mercato globale saranno discussi alla prossima Photon’s 6th PV Investors Conference, mentre le implicazioni e le sfide del fotovoltaico di taglia industriale saranno argomento della Photon’s 6th Solar Electric Utility Conference. Entrambi gli eventi si svolgeranno in Germania, a Berlino, il 13 e 14 aprile prossimi, integrati nella Photon’s Solar Terawatt-hours Conference Series Europe 2011.