“È stata una sofferenza scrivere questo libro”. Quando Nicolò Carnimeo presenta così il suo ultimo saggio Come è profondo il mare, uscito quest’anno per Chiarelettere, non si fa fatica a credergli. Leggendo la sua appassionata - è il caso di dirlo, proprio in senso etimologico - inchiesta sull’inquinamento dei mari e degli oceani, non si trattengono le lacrime: di tristezza, ma soprattutto di rabbia e impotenza. È una soverchiante e insieme illuminante sensazione di disfatta, un’epifania della rovina che si avvicina a quella evocata, a suo tempo e per altri problemi, da Gomorra. Ma, è certo, nonostante la prosa potente e ispirata e la documentazione puntuale, il ...