Dalla ricerca nucleare alla produzione agro-alimentare: il caso del grano Creso
Data: 14 aprile 2011 ore 9.00 – 13.00
Location: Via Giulio Romano 41 – Roma
Sito web: enea.it
Era il 1958 quando, nel Centro Ricerche Casaccia del CNEN, iniziarono gli studi e gli esperimenti sugli effetti delle radiazioni sulle piante al fine di migliorare le qualità delle colture agrarie. Erano passati solo pochi anni dalla Conferenza di Ginevra sugli usi pacifici dell’Energia Atomica e in molti Paesi ferveva la ricerca sul miglioramento genetico delle specie agricole.
Gli studi iniziarono sul grano duro e sul grano tenero, per estendersi poi ad altri cereali, all’olivo, alla vite, agli agrumi, alle piante da fiore ecc.. La scelta del grano duro non fu casuale ma di carattere pratico ed “ideale”, in quanto si volle lavorare su una specie tipica del nostro Mezzogiorno e del Mediterraneo in generale, fino ad allora trascurata dal miglioramento genetico, creando la prima rete di campi sperimentali nei vari Paesi del Mediterraneo sui mutanti di grano duro. La produzione italiana di grano duro, in quegli anni, era limitata alle aree meridionali e risentiva di una produttività molto bassa con forti oscillazioni annuali dovuta principalmente alla taglia molto alta delle piante che le rendeva fortemente soggette al ripiegamento a terra. Gli esperimenti consentirono di selezionare il “grano Creso”, una nuova varietà con piante basse e vigorose, iscritta nel 1974 nel Registro Nazionale delle varietà di grano duro. Questa pianta è stata definita “responsabile di una vera e propria rivoluzione agricola in Italia” tanto che , ad oltre 36 anni dalla sua registrazione, il Creso è coltivato nel nostro Paese su un’area superiore al 20% della superficie totale a grano duro. L’ascesa del Creso è stata irresistibile e non si esagera nell’affermare che in pratica tutti gli italiani hanno mangiato pasta fatta con il Creso da oltre un ventennio.
Da questo caso si vuole partire per capire gli sviluppi scientifici e le prospettive future di un settore in costante evoluzione.
In allegato il programma.