Rilegno: cassette per la frutta bio, pallet, mobili e altre storie di economia circolare
La cassetta di melanzane parte dalla Sicilia, arriva nei mercati di Milano, Bologna ecc. per poi finire trasformata in un pannello che compone la cucina di un grande marchio mobiliere italiano. Il legno così salta la discarica e non diventa rifiuto, salta il termovalorizzatore e non diventa anidride carbonica. Il viaggio della nostra cassetta è dunque circolare, una metafora di quell’economia che punta a non lasciare rifiuti in terra e in mare e a ridurre le emissioni nocive in atmosfera.
Il nuovo paradigma ha bisogno però di metodi, organizzazione, logistica e anche cultura del riciclo. In Italia, a promuovere e mettere in pratica questi concetti, nella filiera del legno, è Rilegno, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno, che da anni “mette a sistema” gli sforzi collettivi per non buttare via nulla di prezioso.
Rilegno è protagonista di un’opera di valorizzazione che si rinnova costantemente con nuovi progetti. Uno dei più recenti vede le cassette di legno diventare l’involucro (sostenibile) di frutta e verdura bio, come ci racconta il presidente Nicola Semeraro. Si tratta di una nuova linea di prodotto immessa sul mercato da una grande insegna della GDO che punta, come sottolinea Semeraro, “a ridisegnare la tradizionale cassetta di legno per il mondo del biologico”, in un perfetto connubio legno&bio. “Una cassetta riutilizzabile”, ovviamente, precisa Semeraro che ci recita anche lo slogan: “Viaggia con la natura, viaggia con il legno!” .
Del resto qualche dubbio che la plastica possa “rilasciare” contaminanti sul cibo che confeziona molti consumatori ce l’hanno da tempo. Finora le istituzioni internazionali incaricate di approfondire la questione lo escludono, ma intanto proseguono gli studi scientifici sul tema. E Assoimballaggi e Rilegno, con le loro ricerche, dimostrano che le cassette in legno risultano avere l’impatto ambientale più basso dal punto di vista emissivo, in termini cioè di gas ad effetto serra, eutrofizzazione, acidificazione, rilascio di smog fotochimico.
L’incremento nell’uso del legno per il packaging è un ritorno alla tradizione, ma con ampio uso delle nuove tecnologie: “Vogliamo pensare ad un imballaggio che non si limiti ad essere contenitore di merci, ma possa agire come fonte di dati rispetto ai contenuti”, spiega Semeraro, facendo riferimento ad uno strumento che racconterà, grazie ad un microchip, la storia della frutta che si sta portando a casa. “Stiamo sviluppando, insieme all’Università di Parma, uno studio di fattibilità per l’implementazione della tecnologia a supporto della logistica e sostenibilità ambientale degli imballaggi di legno”. In altri termini: un investimento forte sulla tracciabilità del prodotto.
Queste le nuove frontiere, ma non bisogna dimenticare il lavoro che Rilegno porta avanti nella quotidianità: nel 2018 “sono state 1.932.583 le tonnellate raccolte e avviate a riciclo, con una percentuale del 63% nel riciclo degli imballaggi di legno, ben oltre il target fissato dall’Unione Europea al 30% per il 2030!”. “Abbiamo segnato un incremento dei volumi del 7,74% sull’anno precedente – prosegue Semeraro – mentre è da primato la percentuale del 63% nel riciclo degli imballaggi: significa che su 3 milioni di tonnellate di immesse sul mercato quasi due si recuperano”. Ovvero, due imballaggi su tre salvati da discarica ed inceneritore.
Il riciclo interessa pallet, imballaggi industriali, imballaggi ortofrutticoli e per alimenti, ovvero il mondo dell’industria e della produzione ad ampio raggio. Nello specifico, il 95% del materiale recuperato viene utilizzato per la produzione di pannelli truciolari destinati ai mobilieri, poi pallet block, pasta di legno per le cartiere e compost. Infine le cassette per l’ ortofrutta, che attraverso il loro riuso permettono di risparmiare altro legno vergine. Anche i cittadini fanno la loro parte nel sistema. Sono infatti ben 642.470 le tonnellate recuperate attraverso la raccolta urbana che vedono tra i più importanti protagonisti gli oltre 4.500 Comuni che aderiscono al format di Rilegno.
La rigenerazione dei pallet, in particolare, è un modello di efficienza dell’economia circolare del legno. Anche qui parlano i numeri: 780.000 tonnellate recuperate, che corrispondono a circa 56 milioni di pallet usati che vengono ripristinati per la loro funzione originaria e, dunque, reimmessi sul mercato. Il cerchio funziona. Per i nuovi pallet poi si usa legno riciclato. Un altro cerchio che si chiude.
La riduzione di impatto ambientale è evidente: “evitare il passaggio nei termovalorizzatori significa congelare l’anidride carbonica. Il risparmio che generiamo nel consumo di CO2 è pari a quasi un milione di tonnellate”, precisa il Presidente del consorzio.
C’è poi anche una ricaduta sociale positiva data dall’allargamento della filiera. L’Italia importa oltre 9 miliardi di euro in legno ogni anno, quantità che vengono in parte compensate dal riciclo, che oltre a ridurre i camion su strada crea lavoro. E’ il bello della green economy! Ancora numeri: Rilegno si traduce in 2.000 consorziati, 416 piattaforme di raccolta private, 13 impianti di riciclo, 4.541 comuni convenzionati per un numero di abitanti che supera i 42 milioni. Un sistema che, secondo la ricerca “ Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia” realizzata dal Politecnico di Milano, genera un impatto economico stimabile in circa 1,4 miliardi di euro all’anno e 6.000 posti di lavoro”.
Gian Basilio Nieddu