Mirnagreen, gli integratori nutraceutici “circolari” che combattono le infiammazioni
Contribuire alla salute con integratori nutraceutici, ma in modo “circolare”, ovvero utilizzando sottoprodotti dell’agricoltura, frutta e verdura, senza creare scarti. E’ questa la mission di Mirnagreen, start up creata e guidata dal biologo milanese, Roberto Viola, sessantenne con una laurea alla Facoltà di Agraria di Milano, un dottorato in biochimica vegetale, vent’anni di ricerca in Scozia e gli ultimi dieci passati di nuovo in Italia a porre le basi per la nuova avventura imprenditoriale.
L’idea nasce alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige dove, da direttore di ricerca, Viola individua le molecole e poi la metodologia produttiva degli estratti di microRna (piccole molecole endogene di Rna) di frutta e ortaggi. Utilissimi per curare le infiammazioni alla base di malattie come il diabete e il cancro.
Tutti sappiamo che frutta e verdura vanno consumati in grandi quantità. Ma non basta perché queste molecole, per centrare l’obiettivo, devono arrivare non degradate al bersaglio. La ricerca di Viola ha portato all’estrazione della sostanza e alla compressione, in un milligrammo, di 2 kg di frutta e verdura. Visto che, per avere effetti significativi sull’organismo, dovremmo proprio mangiare due chili al giorno di vegetali, abitudine non sempre facile da mantenere e che comunque non garantisce che la sostanza utile non degradi.
“Il processo è completamente naturale, non c’è una sintesi chimica – spiega Viola - non c’è impatto sull’ecosistema. Il nostro obiettivo è far entrare in azienda i sottoprodotti dell’industria agricola e non far uscire nessun tipo di scarto. Intendiamo utilizzare tutto il nostro sottoprodotto come farina alimentare e recuperare anche l’acqua utilizzata nel processo produttivo”. Naturalità del prodotto, dunque, ma anche sostenibilità ambientale ed economica. Tre piccioni con una fava.
Lo scienziato milanese ha avviato le fondamenta della sua impresa a Rovereto, un terreno fertile per chi vuole investire in idee innovative. Anche nel campo della nutraceutica, un settore che solo in Italia oggi fattura circa 2 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 6/7 % annuo.
La chiave del business ruota comunque intorno ai risultati positivi di ricerca e sviluppo, come nei migliori casi di start up di successo. “E’ merito della scoperta, dentro frutta e verdura, di queste molecole che hanno un effetto antinfiammatorio”, conferma Viola. “In un secondo momento abbiamo stimato la quantità necessaria per avere dei benefici, ovvero quanta frutta e verdura bisognasse consumare”. Il target è stato fissato in due kg a testa al giorno, quantità non impossibile per il biologo: “E’ un valore molto elevato, ma non incompatibile. Basta guardare al nostro più antico passato. Ci sono state fasi della vita sul pianeta con un grande consumo di vegetali“.
Mirnagreen non vuole sostituire i propri integratori al normale consumo di frutta e verdura: ”Siamo in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla necessità di una dieta ricca di frutta e verdura. Noi proponiamo però l’integrazione con la nostra sostanza, per un miglior risultato di salute”. La posta in gioco è alta: “Le malattie croniche non trasmissibili oggi sono la causa maggiore di morte. Sono legate al sistema immunitario, insomma non moriamo di microorganismi ma perché il sistema immunitario perde colpi e non riesce a fronteggiare infiammazioni croniche“.
Il percorso della start up incubata a Rovereto prevede la realizzazione di un impianto, entro il 2020, dove a regime si possa arrivare a produrre 100 kg al mese di principio attivo. Un obiettivo che ha destato interesse e attenzione anche a livello internazionale, dove Mirnagreen ha già raccolto consensi e riconoscimenti di rilievo, dalla finale nella competizione Hello Tomorrow a Parigi a quella di G4A Generator a New York. Una storia da perfetti Campioni d’Italia…
Gian Basilio Nieddu