Second Hand Effect: Subito calcola l’impatto ambientale dell’usato online
“Il divano usato su cui siamo seduti? Varrà almeno 250 kg. di CO2“. Melany Libraro, General Manager di Subito, il portale numero 1 in Italia per comprare e vendere online, ha imparato a vedere gli oggetti intorno a sé con la lente dell’impatto ambientale. Merito della ricerca che Schibsted Media Group, la capogruppo norvegese, ha commissionato all’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL), a partire dal 2013, per calcolare il risparmio di emssioni CO2 equivalenti nei 5 mercati più grandi in cui opera in Europa, tra cui l’Italia.
Lo hanno chiamato “Second Hand Effect“. Immaginate un blocco totale del traffico a Milano per 32 mesi: si tratta di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 e. risparmiate, grazie alla buona pratica degli italiani che hanno deciso di dare una seconda vita alla propria auto, allo scooter o alle montagne di oggetti, spesso inutilizzati, che riempiono le nostre case.
“Ma tutto questo non fa perdere posti di lavoro alle aziende produttrici?”, chiede un collega giornalista in conferenza stampa. “Non mi risulta – risponde Melany – anzi, il potere di acquisto delle persone viene aumentato e solitamente chi vende online l’usato lo fa per acquistare nuovi beni e servizi“. Una soluzione win-win dunque, che riesce a conciliare urgenze ambientali ed economiche. Non stiamo parlando di “noccioline” tra smanettoni e collezionisti del vintage: la second hand economy, secondo un’indagine DOXA, vale 18 miliardi di euro l’anno, un punto del PIL italiano, e coinvolge il 50% della popolazione sotto i 45 anni, che per il 40% acquista e vende online. Una pratica che, in tempi di crisi, permette mediamente a ciascun utente di guadagnare fino a €1.220 (+20% rispetto ad un mix di compravendita offline e online).
Tornando agli aspetti ambientali, come è stato effettuato il calcolo? Per elaborare i dati di impatto l’Istituto Svedese IVL ha creato una partizione di ciò che è presente nelle diverse categorie di Subito. Per ogni categoria selezionata, sono stati effettuati dei test casuali su 10-50 annunci pubblicati. Questi annunci sono stati analizzati ed è stata calcolata la media della partizione dei materiali all’interno degli oggetti. Ad esempio, un divano o una sedia nella categoria “Arredamento e Casalinghi” sono mediamente formati da: 30% legno, 11% acciaio, 18% polipropilene, 20% poliuretano, 10% poliestere, 7% cotone, 3% pelle, 1% lana. Per ogni bene è stato poi calcolato l’impatto ambientale derivante dall’estrazione della materia prima, dalla lavorazione dei materiali di cui è composto e dal processo di dismissione. Successivamente il totale è stato comparato in chilogrammi equivalenti di diossido di carbonio (CO2e). Il valore di emissioni di CO2e è stato successivamente moltiplicato per il peso medio di ogni annuncio così da ottenere i chilogrammi di CO2e per annuncio. Il quantitativo di emissioni così ottenuto rappresenta un valore standard di emissioni risparmiate grazie alla mancata produzione di un nuovo oggetto nella categoria analizzata. Nel calcolo si è inoltre tenuto conto anche dell’impatto ambientale che deriva dal trasporto degli oggetti tra venditore e compratore, quantificato prudenzialmente in 44 km di media per ogni bene (anche se spesso, in Italia, questo dato è inferiore e gli utenti in città si spostano in metropolitana, bicicletta o anche a piedi).
Subito ha anche profilato le motivazioni che spingono gli utenti alla compravendita di beni usati online. Il 40% degli Italiani lo fa perché crede nel riuso, il 42% lo ritiene un modo intelligente di fare economia, il 30% un modo pratico per liberarsi di ciò che non vuole più, il 18% desidera esplicitamente proteggere l’ambiente e il 33% perché considera l’acquisto di qualcosa di nuovo un mero spreco di risorse – vista l’abbondanza di oggetti usati analoghi nelle cantine, soffitte o garage di casa.
La classifica dei beni usati più acquistati e venduti vede comunque sempre le automobili al primo posto (61%), seguite da oggetti di arredamento (43%), accessori e elettronica (entrambi 34%) e articoli sportivi (32%).
Andrea Gandiglio