L’estate calda dei server. I data center e il problema dell’energia
In questi giorni roventi provate a toccare il vostro computer alla fine di una giornata di lavoro e sentite quanto scalda. Poi immaginate di moltiplicare quell’emissione di calore per migliaia di volte e avrete una vaga idea di quanta energia consumano i data center per raffreddare i server.
I più esperti di questo settore hanno incominciato a trasferire i server nei luoghi freddi della Terra, dal Canada all’Islanda alla Siberia - dove l’oligarca russo Oleg Deripaska sta progettando una catena di strutture che possano beneficiare di bassi costi di gestione e servire anche il mercato cinese. Un’altra tecnica punta all’ottimizzazione dei flussi di circolazione dell’aria calda e fredda. Altre innovazioni cercano, infine, di rendere efficienti le macchine e approvvigionarsi tramite fonti di energia rinnovabile. L’energia è sicuramente la voce di costo numero uno per questi providers e ridurre o ottimizzare i consumi significa diventare più competitivi sul mercato mondiale, abbassando i prezzi dei servizi al pubblico, come il cloud o l’hosting.
Uno dei leader internazionali del web hosting, la multinazionale tedesca 1and1, fin dall’inaugurazione dei propri server, punta su alimentatori ad alta efficienza, con meno del 20% di perdite di calore. L’azienda ha anche lavorato sulla razionalizzazione delle macchine, evitando qualsiasi componente inutile all’interno dei server, secondo la logica: meno pezzi, meno consumi, meno manutenzione. Risultato: 30.000 tonnellate di CO2 in meno all’anno.
Secondo le stime della società americana Gartner, internet inquina, in generale, quanto l’intero settore dell’aviazione civile mondiale! Il cosiddetto green hosting sta, per questo questo motivo, prendendo piede anche tra gli operatori più piccoli. Da chi ne fa una bandiera prevalentemente di marketing, a chi lavora più concretamente sulla qualità ambientale della fornitura di energia. Tuttavia anche colossi come Google e Facebook, per poter preservare l’immagine di compagnie smart e innovative, hanno dovuto intraprendere, negli ultimi anni, iniziative di sostenibilità ambientale ad ampio raggio. Il gigante dei social networks ha annunciato, proprio nei giorni scorsi, che investirà 500 milioni di dollari nella costruzione di un nuovo data center a Fort Worth, in Texas, alimentato da 200 megawatt di energia verde provenienti da un campo eolico di 17.000 ettari. Mentre Google è riuscita a piazzarsi in buona posizione, nel recente report Greenpeace Green Brands, grazie al 48% di energia proveniente da fonti rinnovabili e ad una strategia generale basata sull’efficienza energetica che ha portato i propri server a consumare mediamente la metà dell’energia dei normali data center.
Redazione Greenews.info