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Certificare la sostenibilità d’impresa. Le nuove sfide di DNV-GL sotto la guida da Remi Eriksen

giugno 19, 2015 Aziende, Pratiche

La fiducia è alla base della sostenibilità, è il collante che lega aziende, enti certificatori e consumatori. E’ questo il messaggio di Remi Eriksen, il nuovo CEO della DNV-GL (gruppo nato dalla fusione di DNV Group con Germanischer Lloyd), che racconta a Greenews.info le sfide e  i nuovi obiettivi alla guida della compagnia, uno dei colossi internazionali della certificazione e della consulenza. Eriksen, che vanta una lunga esperienza nel settore oil&gas ed energia rinnovabile, subentrerà ufficialmente a Henrik O. Madsen il 1 Agosto 2015. DNV-GL è tra le massime protagoniste mondiali in ambito di certificazione d’impresa, con più di 70.000 certificati emessi in 187 paesi, con lo scopo di garantire la sicurezza, la qualità e la sostenibilità ambientale. Questi “professionisti della sostenibilità”, si fanno garanti, in sostanza, delle buone pratiche delle imprese, lavorando con aziende di qualsiasi settore e guidandole in un percorso di efficienza e sostenibilità in cui la salvaguardia dell’ambiente non è in contrapposizione al fare business ma ne è parte integrante.

D) Eriksen, l’area delle certificazioni dei sistemi aziendali, Business Assurance, ha sede proprio in Italia, a Milano, come mai questa scelta?

R) La DNV-GL ha una lunga tradizione di certificazioni in Italia, che è stata una dei nostri primi partners, la prima a sposare la nostra mission e ad accogliere i nostri standard di sostenibilità, con numerosissime aziende piccole e medie desiderose di testimoniare le loro pratiche sostenibili. DNV-GL ha certificato oltre 80.000 aziende, di cui il 20% in Italia. Quando l’azienda si è espansa al mercato delle certificazioni internazionali, la scelta di basare i nostri uffici in Italia è stata naturale.

D) Come si possono certificare aziende di diversa natura e dimensione, operanti in paesi con proprie leggi e standard?

R) La DNV-GL opera in più di 100 paesi al mondo fornendo servizi ad aziende multinazionali e regionali. Le azioni svolte a livello locale sono inserite in un più ampio contesto di network globale. È una situazione molto favorevole per entrambe le realtà.

D) Ha menzionato l’internazionalità del progetto, come cambia la certificazione di sostenibilità tra paesi sviluppati e in via di sviluppo?

R) La volontà di fare business in modo sostenibile è uguale ovunque lavoriamo, soprattutto nell’industria agroalimentare e navale. Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, le condizioni di partenza sono diverse ma condividiamo con loro quel che abbiamo imparato dal percorso dei paesi più sviluppati e le certificazioni di green business aprono la porta dei mercati internazionali, supportando le economie dei paesi più poveri nel breve e lungo periodo. È come crescere i figli, alcuni errori devono commetterli in prima persona per imparare ma sono anche desiderosi di conoscere e la DNV-GL ha una lunga storia di pratiche sostenibili che può offrire, ma non impone.

D) Oltre alla volontà di cambiare e di agire in modo più sostenibile, è importante che le aziende siano supportate dalla giusta struttura legislativa, come affrontate la mancanza di legge appropriate?

R) La DNV-GL non è un organo politico, i risultati scientifici sono le fondamenta del nostro agire su cui sviluppiamo i nostri criteri di valutazione e suggeriamo le azioni necessarie alle aziende per diventare più sostenibili. Per quanto possibile cerchiamo di influenzare i criteri di sostenibilità internazionali così che il campo di gioco sia equo per tutti. Se invece la struttura legislativa non è adeguata, cerchiamo di facilitarne la creazione, utilizziamo le leggi internazionali come base e proponiamo adattamenti locali, ma soprattutto cerchiamo di semplificare e standardizzare i processi dei settori industriali così da renderli replicabili in ogni azienda.

D) La sostenibilità è un concetto composito, qual è la vostra definizione?

R) La sostenibilità non si può definire in un unico modo, ma se le decisioni prese dalle aziende di qualunque paese hanno alla base la volontà di essere valide e vantaggiose anche tra 50 anni, questo caratterizza un business “sostenibile”.

D) E’questo che DNV-GL definisce il Tomorrow’s Value Rating?

R) Esatto, e in Italia ci sono aziende leader in questo settore come Illy, la prima azienda a ricevere nel 2011 la certificazione di sostenibilità di filiera “Green Coffee Responsible Supply Chain”.

D) Come risponde all’affermazione che solo le piccole produzioni artigianali possano essere sostenibili, soprattutto per quanto riguarda l’industria agroalimentare?

R) Nel futuro vedremo un maggiore consumo di prodotti locali, alimentari e non, per evitare l’inquinamento e la DNV-GL tiene in alta considerazione la filiera, che rappresenta uno dei campi analizzati durante la valutazione di impatto ambientale. Nell’industria agroalimentare valorizziamo la filiera breve in quanto più sostenibile e utilizziamo standard internazionali e locali. Basandoci sulle verità scientifiche e sulla nostra lunga tradizione ed esperienza come punto di partenza, sviluppiamo standard adatti alle condizioni locali nel rispetto delle leggi internazionali.

D) Ma quanto costa in termini economici e d’impegno, rendere un’azienda più sostenibile? Il consumatore finale è pronto a dare un valore anche monetario a questo sforzo?

R) Certificare e promuovere la sostenibilità può essere costoso, con cifre diverse a seconda delle dimensioni e caratteristiche delle aziende ma l’83% delle piccole aziende considera la sostenibilità un elemento fondamentale del loro successo e della qualità del loro prodotto (secondo il Global Corporate Sustainability Report 2013 delle Nazioni Unite). Per quanto riguarda il valore che diamo all’ambiente, a me piace molto il concetto di “amministrazione consapevole”: agire per lasciare qualcosa di più e di meglio di quel che si è trovato vuol dire portare avanti un business di successo e sostenibile. Prendersi cura dell’ambiente mentre si fanno soldi e divertirsi nel farlo è possibile.

D) Ci sono moltissime certificazioni di sostenibilità che riguardano diversi aspetti di una realtà poliedrica, non si rischia di esagerare? Questo mare di certificazioni non finisce per confondere il consumatore invece che aiutarlo a fare una scelta consapevole?

R) Al contrario, i consumatori sono sempre più attenti e domandano prodotti più etici, la spinta alla sostenibilità viene oggi più dai consumatori che non dai governi. I cambiamenti sono e devono essere promossi da iniziative locali che contribuiscono alla sostenibilità globale. Ciò nonostante c’è la necessità di una parte terza degna di fiducia e in grado di trovare il giusto equilibrio tra business ed etica sociale e in questo la nostra azienda risplende e il pubblico si fida delle nostre valutazioni.

D) A cosa si deve questa fiducia? Cosa fate per mantenerla?

R) Il nostro punto di forza sono le persone, come le scegliamo e come le formiamo, la nostra politica quotidiana e come collaboriamo tra di noi e con i nostri partners e clienti esterni, la qualità del nostro lavoro è la cosa più rilevante e quella che infonde fiducia. L’immagine più importante della nostra compagnia sono gli individui e le relazioni.

D) Cosa cambierà alla DNG-GL sotto la sua guida e cosa invece è colonna portante della compagnia e rimarrà inalterato?

R) Il nostro scopo, la nostra visione e i nostri valori rimarranno, hanno caratterizzato la compagnia per più di 150 anni e continueranno a farlo. La nostra mission è la salvaguardia della vita, della proprietà e dell’ambiente  per un futuro sostenibile. Gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie ammonteranno al 5% del fatturato a beneficio interno ed esterno alla compagnia. Crediamo fortemente nel coinvolgere i nostri clienti, renderli partecipi delle ricerche e condividere con loro i risultati così che questo 5% diventi in realtà molto di più grazie a un effetto a cascata.

D) In qualità di nuovo CEO della DNV-GL, quali obiettivi si è prefissato di raggiungere?

R) Il mio incarico come CEO inizierà ufficialmente il primo di agosto, data in cui sarà presentato il nuovo piano strategico ma in sostanza vogliamo diventare una “data smart company” incrementando la digitalizzazione per rendere i dati e risultati ottenuti fruibili in modo veloce ed efficace. Fare sistema e rete attraverso la connettività sarà un altro punto molto importante per migliorare e crescere come compagnia, questo permetterà di rendere partecipativa la nostra politica e di individuare i nuovi servizi che potremmo offrire. Abbiamo moltissimi clienti i quali utilizzano e forniscono una gran quantità di dati in forme diverse; rappresentano un mare di opportunità e noi vogliamo sfruttarli al meglio.

D) In conclusione, cosa consiglierebbe a un’azienda che voglia seguire un percorso di sostenibilità?

R) Le aziende di maggior successo sono quelle che incorporano la sostenibilità all’interno del piano gestionale e in cui questa diventa criterio fondamentale nella scelta degli investimenti andando oltre le parole e agendo in modo molto concreto. Anche la tecnologia ha un ruolo cruciale e bisogna essere pionieri nel suo utilizzo e sviluppo, una regola generale dice che raddoppiando le tecnologie usate per la produzione di bene, i costi diminuiscono del 10-14%. Al potenziale CEO di un’azienda consiglierei di essere coraggioso e di condurre invece di aspettare e seguire!

Valeria Senigaglia

 

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