Spring Color: dai prodotti agricoli pitture e malte per la bioedilizia
Uova, latte, olio di lino cotto, e poi pigmenti di origine vegetale come carbone, mallo di noce, guado. Nelle etichette delle vernici e malte della Spring Color, azienda della provincia di Ancona pioniera della bioedilizia, ci sono solo ingredienti di origine naturale. Zero petrolchimica, zero metalli pesanti. Risultato di un percorso iniziato nel 1992 che ha portato a una riconversione completa delle linee di produzione, con un abbandono della chimica in favore dell’innovazione applicata al recupero di antichi saperi.
L’azienda di Castelfidardo viene fondata nel 1958 dalla famiglia Mosca, che nella Spring Color fa confluire l’esperienza di generazioni di restauratori, ebanisti, decoratori, abituati a prodursi da soli colori e vernici. Il cambio di passo arriva poi negli primi anni Novanta, quando Roberto Mosca, di fronte alle malattie professionali del nonno e del padre, decide di puntare sulla bioedilizia. “Roberto ha fatto molte ricerche su antiche ricette, e piano piano, sperimentando, ha messo insieme negli anni una vasta gamma di prodotti. Quando ci siamo conosciuti, circa venti anni fa, io lavoravo per Greenpeace e insieme abbiamo convertito la produzione”, spiega Gloria Ristic, antropologa, diventata ad dell’azienda dopo la recente scomparsa del marito. Una strategia di riduzione dell’impatto ambientale che dà i suoi frutti: nel 2005 l’impresa viene inserita dal ministero del Lavoro tra i trenta casi di eccellenza nella responsabilità sociale d’impresa.
Il punto di forza della Spring Color è stato aver trovato un modo per conservare le vernici naturali, basandosi su processi di acidificazione e alcalinizzazione con aceti, oli essenziali, acidi citrici, borati, sali, calce, propoli che stabilizzano il ph e la carica batterica. “Il sistema di conservazione è coperto da tre o quattro brevetti. Prima le vernici si preparavano per utilizzarle subito, mentre per noi c’era bisogno di conservarle in barattolo per mesi. Così, abbiamo recuperato le ricette della tradizione, e studiato metodi per mantenere le prestazioni dei colori anche a distanza di tempo”.
Nella formulazione di pitture senza chimica, l’aspetto più difficile è stata la sostituzione di leganti sintetici con sostanze naturali: “Usiamo cera d’api, uova e latte fresco, provenienti quando possibile dal nostro territorio. Siamo riusciti anche a realizzare una pittura naturale in polvere, da miscelare con l’acqua, grazie alla quale nel 2011 abbiamo vinto il premio per lo Sviluppo sostenibile”. Malte in polvere a base di calce e pitture murali formulate con leganti naturali e pigmenti vegetali, che garantiscono un’alta traspirabilità e sono stati usati anche per numerosi restauri di monumenti. “La lista è lunga e comprende le Scuderie del Quirinale e il complesso di Santa Cecilia a Roma, il duomo di Foligno, la Villa d’Este a Tivoli”, continua Gloria Ristic.
La gamma dei prodotti Spring color comprende anche vernici per il legno. “I componenti di questi oli protettivi impregnanti sono da ricercarsi fra l’olio di lino cotto senza piombo, la trementina naturale di pura gemma, il terpene d’arancio, l’aceto di vino, l’alcool, il propoli, la cera d’api. I pigmenti sono normalmente terre naturali e ossidi”, spiegano dall’azienda.
Gli ultimi arrivati sono i colori di Madre Natura: tempere ecologiche per bambini realizzate con ingredienti naturali e atossici. “E’ una linea di prodotti su cui puntiamo molto, perché è dai più piccoli che può partire il vero cambiamento”, aggiunge l’amministratrice.
Oggi l’azienda commercializza i propri prodotti, oltre che in Italia, anche in Francia, Germania, Danimarca, Stati Uniti, Australia, Israele. Le prospettive future sono tante e spaziano anche in ambiti diversi dall’edilizia: “Mio marito ci ha lasciati con molti progetti di innovazione nel cassetto. Stava lavorando per ottenere un lucido ecologico per scarpe, formulare inchiostri naturali, riuscire a produrre la calce dai gusci d’uovo per ridurre le estrazioni nelle cave. Tutti progetti a cui continuiamo a lavorare, insieme anche allo sviluppo di altri prodotti per bambini: Roberto aveva già sperimentato una colla atossica a base di latte”.
Veronica Ulivieri