Ostana: il borgo alpino tornato a vivere
A distruggere si fa in fretta, ricostruire è lungo e difficile. Giacomo Lombardo, l’artefice della rinascita del borgo alpino di Ostana, in Piemonte, lo ripete più volte raccontando la storia del paese. Alla guida – come sindaco o membro della giunta – del villaggio ai piedi del Monviso dal 1985, insieme ai suoi collaboratori è riuscito a fermare l’emorragia che avrebbe portato anche Ostana, come molte altre manciate di case aggrappate ai pendii alpini e raccolte intorno a un campanile, a morire. “Trenta anni fa abbiamo iniziato ad amministrare il paese, succedendo a un sindaco che aveva governato per venti anni senza credere nelle potenzialità del luogo”, spiega il primo cittadino.
La situazione allora era drammatica: “Molte case in cattive condizioni, solo cinque abitanti rimasti dei 1.300 originari”. Per invertire la tendenza, “siamo partiti dall’unica cosa che avevamo: il patrimonio immobiliare. Abbiamo invitato i proprietari a ristrutturare le case seguendo regole precise, tra cui l’utilizzo di materiali tradizionali e il rispetto delle forme architettoniche alpine. In questi anni, i due terzi dei 500 edifici totali sono stati recuperati”. E oggi sono diventati una ricchezza: il paese, 1.300 metri, è stato inserito tra i Borghi più Belli d’Italia e oggi viene visitato proprio per la sua bellezza. “Dal 1985 non sono più state costruite case nuove. In precedenza erano stati realizzati otto edifici ex novo, che ora stiamo cercando di recuperare”.
Ma il villaggio della valle del Po non vive solo di architetture: le altre ricchezze su cui l’amministrazione punta da anni sono il paesaggio e la cultura occitana. “Grazie a un finanziamento europeo, abbiamo recuperato un bosco e una rete di sentieri”. Sul fronte culturale, “il 30 maggio prenderà il via la settima edizione del premio letterario per le lingue di minoranza. Quest’anno premieremo Antonia Arslam, la scrittrice di origine armena che ha raccontato il genocidio del suo popolo ne ‘La masseria delle allodole’. E ogni anno organizziamo anche un premio di poesia e fotografia dedicato alla montagna, passeggiate cantate sui sentieri, cori natalizi in lingua occitana”.
Dopo 25 anni di duro lavoro si sono iniziati a vedere i primi risultati, in primo luogo nell’aumento della popolazione. Dai cinque abitanti di 30 anni fa, oggi qui vivono 40 persone, tra cui sette bambini. Numeri ancora piccoli, è vero, ma frutto di un crescita comunque dell’800%. Per alcuni è stato un ritorno al paese dei genitori o dei nonni, per altri il punto di arrivo di una lunga ricerca di uno stile di vita diverso. “Una ragazza di Milano è venuta qui in vacanza e non se n’è più andata. Ha trovato lavoro in un’azienda qua vicino e ora vive a Ostana”, racconta orgoglioso Lombardo, che la scorsa settimana era al Salone del libro di Torino per raccontare come il villaggio è tornato a vivere. Ed è ripartito quel cambio generazionale che per qualche decennio si era inceppato, e che sta dando nuovo impulso all’agricoltura: “Stiamo assistendo a un ritorno di ragazzi che vogliono scommettere sull’agricoltura di montagna. Abbiamo per esempio un agriturismo di una giovane famiglia che produce genepy ed erbe aromatiche. Abbiamo promosso un’associazione fondiaria composta dai proprietari terrieri di appezzamenti incolti, su cui una ragazza neolaureata in Botanica sta facendo delle sperimentazioni. Stiamo provando varie colture, per vedere quali sono le più adatte al nostro ambiente”. E quest’anno, con il latte delle mucche che arrivano quassù per la transumanza estiva, si produrrà per la prima volta il formaggio Ostana, risultato del lavoro di cinque pastori.
Intanto, prosegue anche la ristrutturazione delle borgate ancora da recuperare. Quella di S. Antonio è tornata a vivere grazie a un contributo del Piano di Sviluppo Rurale: c’è anche un centro polifunzionale per attività culturali che sarà gestito da un’associazione di giovani. E tra un anno dovrebbe aprire un centro benessere completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, alimentato a energie rinnovabili. “Darà due posti di lavoro, che quassù non sono pochi: potrebbe voler dire due nuove famiglie che vengono a vivere a Ostana”. E altri progetti sono in cantiere per riportare la vita nelle borgate ancora vuote: “Un gruppo di imprenditori svizzeri vorrebbe aprire qui una scuola di montagna, per insegnare alle persone come si viveva quassù. Un altro gruppo di investitori italiani vorrebbe creare qui un albergo diffuso”, spiega Lombardo. Sui nuovi progetti grava l’incognita del PSR: sembra infatti, spiegano anche dall’UNCEM (l’Unione nazionale dei Comuni ed enti montani), che nella nuova programmazione non sarà inserita una misura a supporto del recupero dei borghi alpini di cui la stessa Ostana ha beneficiato in passato.
Veronica Ulivieri