Biodiversità europea a rischio. Il braccio di ferro sulla revisione di due Direttive chiave
La Commissione Europea è impegnata nella revisione di due direttive chiave dal punto di vista naturalistico: Habitat e Uccelli, fra le più importanti al mondo in termini di tutela di animali, piante e habitat, dall’estinzione.
In difesa di queste due fondamentali normative gli ambientalisti europei si sono mobilitati lanciando una campagna online dal titolo “Allarme natura”, Oltre 100 organizzazioni non governative hanno unito le forze per consentire ai cittadini di partecipare alla consultazione pubblica che l’Esecutivo UE ha lanciato proprio in occasione delle previste riforme. Unica occasione per i cittadini di esprimere la propria opinione durante la valutazione tecnica della Commissione. C’è tempo fino al prossimo 24 luglio, mentre ad ottobre è prevista una conferenza ad hoc con i risultati preliminari della valutazione.
Le organizzazioni ecologiste, tra cui WWF, BirdLife, European Environmental Bureau e Friends of the Earth Europe, temono che Bruxelles abbia intenzione di indebolire, più che di migliorare, le norme esistenti. Per questo si battono perché le attuali regole vengano almeno mantenute, meglio applicate e fatte rispettare. Grazie ad esse, infatti, l’Europa conta oggi sulla più estesa rete di aree protette al mondo, Natura 2000, che copre un quinto della superficie terrestre e il 4% delle aree marine dell’UE. E che ha messo al riparo dall’estinzione molte popolazioni di uccelli e i grandi mammiferi, come orsi bruni e lupi.
“Il WWF ha combattuto per oltre 30 anni per assicurarsi che l’Europa avesse leggi di tutela della natura con standard di livello mondiale. Non possiamo lasciare che questa eredità venga distrutta, per questo ora parte un appello popolare per mantenere viva la natura“. Ha dichiarato Tony Long, direttore dell’ufficio regionale del WWF.
Dal canto suo il Commissario Europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, risponde alla preoccupazioni delle ONG dicendo che le Direttive Habitat e Uccelli costituiscono una pietra miliare della politica di conservazione dell’Europa e garantisce che non ci sarà un ridimensionamento degli obiettivi delle norme, e che quindi non verranno messe in discussione.
Certo è che non solo non dovrebbero essere ritoccate, ma sempre più implementate. Visto che, dando uno sguardo al rapporto sullo “Stato della natura nell’UE” – lo studio più completo sulla fauna selvatica e l’ambiente naturale in Europa mai prodotto – emerge un quadro di drammatico declino tra le specie aviarie una volta comuni come l’allodola e tortora, soprattutto a causa delle pressioni agricole e di politiche di uso del suolo non sostenibili. Un uccello su tre è in pericolo, senza contare 10 di specie di api selvatiche, e il documento avverte anche che gli ecosistemi stanno lottando per far fronte alle conseguenze dell’attività umana.
Individuata soprattutto nell’agricoltura intensiva e nelle modifiche al terreno naturale, le più grandi minacce per la flora e la fauna. L’agricoltura rappresenta infatti i due terzi di uso del suolo dell’UE. La distruzione e la conversione di habitat naturali, unita all’uso di pesticidi ha decimato intere specie animali. Le monocolture, i cambiamenti nei regimi di pascolo, e la rimozione di vegetazione naturale hanno poi aggravato la situazione. Senza contare le modifiche a corsi d’acqua, la caccia, la cattura, l’avvelenamento e il bracconaggio come minacce specifiche alla avifauna. La perdita di biodiversità nell’UE è stimata in 450 miliardi di euro all’anno, pari al 3% del PIL.
Di 804 habitat naturali valutati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente per il rapporto, il 77% è stato considerato in cattive condizioni. Solo il 4% ha visto alcuni miglioramenti.
La regione delle Alpi è identificata come una zona relativamente ben conservata. Ma il ‘Boreal’ (Norvegia, Finlandia e Paesi Baltici) e l’’Atlantic’ (Regno Unito, Francia occidentale, Danimarca e Benelux), emergono come zone dove la biodiversità è in pericolo.
Da ricordare, infine, che l’Unione Europea ha sei obiettivi di biodiversità per il 2020 che coprono l’applicazione legislativa, la protezione degli ecosistemi, la migliore sostenibilità dell’agricoltura e della silvicoltura, i controlli sulle specie invasive e la prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale.
Beatrice Credi