Mobilità sostenibile, a scuola da Germania e Svezia
“Respirare aria pulita non è una richiesta eccessiva”. È il commento del Direttore Generale della DG Ambiente Karl Falkenberg in occasione della cerimonia di consegna del premio per il migliore piano dedicato alla mobilità urbana sostenibile (SUMP) e di quello dedicato alla Settimana europea della Mobilità 2014. Assegnati rispettivamente a Brema in Germania e a Östersund in Svezia.
Per quanto riguarda il SUMP, il riconoscimento con cui La Commissione Europea supporta le autorità locali che provvedano alla stesura dei Piani della Mobilità Urbana Sostenibile, Brema ha raggiunto l’eccellenza nel monitoraggio e nella valutazione del proprio Piano Urbano. Inoltre, ha realizzato un alto livello di coinvolgimento delle parti interessate nel corso del processo di valutazione e pianificazione. Sono stati apprezzati, in particolare, gli strumenti pionieristici messi a punto per raccogliere i feedback dei cittadini sul piano stesso, in particolare un’apposita piattaforma interattiva sul Web.
Ostersund, invece, è stata proclamata vincitrice per la varietà di soluzioni di viaggio sostenibili proposte. Il premio, dedicato al tema “Nostre le strade, nostra la scelta”, invitava i partecipanti a rivalutare il modo in cui lo spazio urbano è vissuto dai cittadini. La città svedese si è impegnata nella valorizzazione e nella creazione di nuove linee urbane di bus, di App che diano in tempo reali informazioni agli utenti sui trasporti pubblici, di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici; di nuove infrastrutture per pedoni e ciclisti. Sede di oltre 7.000 studenti, Östersund lavora a stretto contatto con la Mid Sweden University per incoraggiare i giovani a viaggiare in modo sostenibile. L’anno scorso la città si è poi dedicata alla cooperazione e all’inclusione. Organizzando, ad esempio, un corso di tre giorni sull’uso della bicicletta dedicato agli immigrati. La vincitrice, inoltre, è capofila del progetto “Green Highway”, l’autostrada fossil free più lunga del mondo, 440 chilometri, tra Sundsvall in Svezia e Trondheim in Norvegia. La regione produce una quota significativa di energia rinnovabile attraverso il vento e la potenza e idroelettrica. Oltre alla produzione di biogas. Ciò significa che c’è un grande potenziale per un sistema di trasporto sostenibile.
La premiazione è stata anche l’occasione per dare il via ai diversi laboratori legati alla Settimana Europea della Mobilità 2015, che si svolgerà tra il 16 e il 22 settembre 2015. Il focus della campagna di quest’anno è incentrato sui vantaggi di utilizzare diverse modalità di trasporto sostenibili all’interno della stesso centro abitato. Incoraggiando stili di vita “multimodali” nelle aree urbane. Questo significa combinare, per esempio, bicicletta e treno, imparando a pianificare i propri spostamento per renderli il più possibile ad impatto zero.
“L’inquinamento dell’aria è causa di morte precoce per troppi cittadini europei in tutto il nostro continente. Una gran parte proviene dal trasporto privato, quindi è estremamente incoraggiante vedere queste soluzioni verdi dedicate alla mobilità urbana”. Ha, inoltre, dichiarato Falkenberg.
Una verità resa ancora più chiara dai risultati del rapporto “Sootfree Cities”, che esamina le misure messe in pista da 23 città europee in 16 Paesi, per fronteggiare le emissioni del settore trasporti, in particolare le famigerate polveri sottili (Pm10) e il biossido di azoto (NO2). Lo studio, prodotto da Bund/Friends of Earth Germany, con il sostegno delle 140 organizzazioni dello European Environmental Bureau (EEB), boccia senza appello le nostre Milano e Roma quest’ultima in fondo alla classifica insieme a Dublino, Glasgow, Madrid, subito prima di Lisbona e Lussemburgo, le città che totalizzano i peggiori risultati. Milano è comunque sotto la sufficienza, al 14° posto insieme a Barcellona e Praga. In testa Zurigo, Copenaghen e Vienna. Berlino, vincitrice nel 2011, arriva al quinto posto dopo Stoccolma. Seguono Parigi e Londra al sesto posto.
Ma cosa hanno fatto di più le prime classificate? In primo luogo hanno ridotto il numero delle auto in circolazione e limitato l’uso di veicoli altamente inquinanti come diesel, camion, oltre che i macchinari per l’edilizia. Hanno poi investito sull’ampliamento delle opzioni di mobilità verde, come trasporti pubblici, bicicletta e spostamenti a piedi. La virtuosa Zurigo, inoltre, ha fatto, in termini di qualità dell’aria, molto di più di quanto richiesto dall’Unione Europea.
Il piazzamento dell’Italia, invece, risente anche del fatto di avere una procedura d’infrazione aperta proprio per il superamento dei limiti delle Pm10 in ben dieci regioni. Il nostro Paese, inoltre, si macchia di una colpa ancora più grave. Che è quella di avere previsto misure, come la zona a traffico limitato a Roma, che nella realtà non vengono sufficientemente attuate. Nel caso della Capitale, infatti, il Rapporto osserva scarsi controlli ai varchi, parcheggi selvaggi nelle aree pedonali, cattivo stato dei mezzi pubblici. Nel Belpaese, inoltre, il numero delle piste ciclabili non è cresciuto abbastanza. Milano soffre, invece, di una situazione grave per i livelli di emissioni inquinanti. Anche se negli ultimi dieci anni è riuscita ad aumentare l’uso dei mezzi pubblici e della bicicletta.
Beatrice Credi