Casa, dolce, verde Expocasa. A spasso tra le nuove tendenze dell’arredamento e del design
Si è chiusa ieri al Lingotto di Torino la cinquantunesima edizione di Expocasa, la più radicata fiera di arredamento e design del Nord Ovest dedicata al grande pubblico, inossidabile, anche quest’anno, con i suoi 45.000 visitatori. Segno che, crisi o non crisi, per gli italiani “la casa è sempre la casa”.
Oltre al consueto appuntamento con toBEeco, la sezione dedicata al design ecosostenibile, la fiera ha quest’anno ospitato, per la prima volta, anche Expocasa Green, l’area destinata all’altra (crescente) passione degli italiani: il giardinaggio, di ogni ordine e livello, dalla dimensione paesaggistica – raccontata dagli architetti di AIAPP, in vista del grande congresso mondiale del 2016 – al balcone di casa, da abbellire con fiori, aromatiche e piantine.
Come ogni anno, abbiamo navigato le corsie del Lingotto in lungo e in largo, alla ricerca delle più interessanti novità “green”. Partendo dal toBEeco ci ha colpiti il lavoro di Paolo Valenti, artista e artigiano di Venaria Reale, che realizza corpi illuminanti unici, per interni, plasmando a mano la terra e altri materiali naturali secondo l’antica tecnica giapponese del raku, un’arte di cottura della ceramica che lascia all’interazione umana con gli elementi della terra, del fuoco, dell’acqua e dell’aria, il compito di generare un oggetto finale che sia il risultato di intuizione e casualità. Valenti completa i pezzi in ceramica con steli in rame, basi in legno, pietra e anche mattoni di recupero. L’acciaio corten viene invece utilizzato per intagliare delle placche da tassellare al soffitto, alle quali fissare, con un magnete, delle luci a led a basso consumo, che consentono di realizzare un sistema illuminante estremamente flessibile e modulabile.
Nello stand dirimpettaio la giovane architetta boliviana Viviana Linares espone la sua concezione della pachamama, la madre terra, attraverso serigrafie artigianali, impresse a mano con inchiostri a base vegetale su tessuti 100% cotone o lino. Mayaki, il suo brand, è un inno all’armonia tra mondo umano, mondo vegetale e mondo animale, anche nella scelta dei soggetti delle serigrafie.
Al centro di Expocasa, passando dalla poesia dei designer emergenti alla concretezza delle imprese ormai radicate, svettano gli stand di Tolin, – il re del parquet per la bioedilizia, posato su sabbia secondo una tecnica approvata da ANAB, l’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica – e di Cobola, la storica falegnameria di Sanfront produttrice di serramenti in legno ad alte prestazioni di isolamento termico e acustico, che presenta in fiera un profilo in larice termotrattato isolato con sughero e porte da interni realizzate con doghe di recupero delle barrique del vino. La bolognese Cinius propone invece letti e divani in legno di faggio FSC magnetic free, ovvero assemblati senza l’utilizzo di parti metalliche, secondo un’idea di home wellness che intende conciliare ecologia e benessere abitativo.
I Padiglioni 2 e 3 condividono invece un caso di omonimia: da un lato la Artelegno di Villanova Mondovì, specializzata nella produzione di parquet a partire da legno di recupero e vecchie travi, dall’altro la Artelegno di Giaveno, che ospita le creazioni del brand veronese Nature Design, maestri nel recupero e trasformazione di ogni pezzo di legno (radici comprese) proveniente da vecchie case, rustici e casali, per la realizzazione, in questo caso, di mobili e pezzi di arredamento che abbinano il fascino della materia antica con le suggestioni contemporanee del vetro e dell’acciaio.
Infine, l’area Expocasa Green, allestita da Turin Garden, dove, a fianco dell’area convegni curata da AIAPP, la Hortilus e Vivai Srl di Colleretto Giacosa presenta le aromatiche della linea RZero, provenienti da Albenga: coltivate solo con l’uso di sostanze naturali garantiscono un “residuo zero” dal punto di vista chimico, risultando meno impattanti sull’ambiente e più salutari in tavola – perfette per il balcone di casa. Poco più in là, l’esplosione di colori e profumi de La Lavanda del Lago, un progetto nato sulle sponde bresciane del Lago di Garda per ricreare una filiera tutta italiana della lavanda, coltivata in regime biologico per la produzione di olio essenziale, tisane, cosmetici e altri prodotti realizzati in collaborazione con gli artigiani del lago.
Andrea Gandiglio