Le metodologie della sostenibilità. Un saggio per spiegare l’ecologia dei “sistemi socio-tecnici”
Quali sono i rapporti che intercorrono tra economia, ambiente e sviluppo tecnologico? E soprattutto, quali sono le metodologie più complete per riuscire a misurarne la complessità dell’impatto? Fiorenzo Martini cerca di fare chiarezza su questi temi con il saggio “Ecologia dei sistemi socio-tecnici” (L’Harmattan Italia Editore, 100 pagg., 14 euro), presentato a Torino ad ottobre, in occasione di un incontro curato dalla Cattedra Unesco in Sostenibilità Ambientale e Gestione del Territorio dell’Università di Torino. L’autore, docente di Economia Ambientale nell’ateneo torinese, è anche consulente IRES (Istituto di ricerche economico sociali del Piemonte) per il progetto “Sostenibilità ambientale di settore economico”. Lo scopo del libro è quello di discutere le principali metodologie che consentono di rappresentare la pressione sugli ecosistemi di organizzazioni, prodotti, processi, servizi, aree urbane. Come ben spiegato nell’esaustiva introduzione, sono “prospettiva istituzionale, approccio empirico e utilizzabilità pratica” le caratteristiche di base di questo lavoro. A carattere didattico, il libro si rivolge a studenti universitari, addetti di enti pubblici e privati, ricercatori in economia, sociologia o scienze naturali, comunicatori e giornalisti.
Ma, scendendo nella pratica, di che cosa si parla? Per spiegarlo bisogna partire dai concetti di “ecologia” e di “sistema socio-tecnico”. Il termine ecologia, letteralmente “branca delle scienze naturali che studia gli ecosistemi e quindi le interazioni degli organismi tra loro e con l’ambiente circostante”, viene inteso in questo caso come flusso di materia ed energia che sostiene le società umane e le loro attività. La nozione di sistema socio-tecnico, invece, si basa sul concetto che imprese, città, regioni, economie nazionali sono combinazioni di mezzi e di persone che puntano ad ottenere determinati risultati, ma riguarda anche una questione più profonda relativa alla “tecnica” e al riconoscimento della sua supremazia nella società attuale. Tra questi due concetti bisogna tenere conto anche dell’“economia”. Per quanto non sia al primo posto nelle vicende umane, è importante definire l’economia nelle sue relazioni con altri fattori più concreti, e in particolare il concetto di attività economico-sociali in rapporto all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. È ormai chiaro che l’attività economica è nello stesso tempo un processo volto alla creazione di ricchezza e un modo di uso della natura: forse è giunta l’ora di distinguere nettamente i due ambiti, anche sotto il profilo dei rispettivi apparati analitici.
Questi sono, per sommi capi, i concetti chiave che si possono ritrovare nel saggio, che si sviluppa in cinque capitoli ognuno dei quali seguito o intervallato da uno o più casi studio, esercitazioni ed esempi che illustrano le potenzialità delle metodologie proposte. Nei primi tre capitoli, Martini affronta temi largamente dibattuti, quali i modelli per la valutazione ecologica dei consumi, gli indicatori di footprint (ecological, carbon e water), le pratiche di corporate social responsibility (CSR) suggerendo per quest’ultimo fine anche l’utilizzo di un indicatore sinora trascurato come l’HANPP (Human Appropriation of Net Primary Production), in grado di dirci quanto le attività umane prelevano del prodotto della fotosintesi. È, però, il quarto capitolo quello più lungo e articolato, in cui ci si concentra sugli strumenti di comunicazione delle performances ambientali di sostenibilità: particolare attenzione meritano la reportistica societaria e la comunicazione aziendale, i cui cambiamenti riflettono le importanti trasformazioni in atto nella realtà produttiva. Infine, nel quinto ed ultimo capitolo, si discute di un filone ri-emergente negli studi socio-ecologici come quello del metabolismo urbano.
Fra contabilità ambientale e social ecology, un campo inedito del sapere sta emergendo, volto a coniugare approccio empirico, utilizzabilità pratica e rigore metodologico. Questo saggio ne racconta la “scoperta” e cerca di fornirgli coerenza logica e prospettive di applicazione in ambiti che spaziano dall’analisi dei consumi, all’ecologia urbana, sino all’economia industriale.
Elisabetta Redavid