Mare nostrum di plastica: riparte la spedizione dei Plastic Buster nel Meditarenneo
Seconda spedizione per i ricercatori di Plastic Busters, ospitati dalla Marina Militare: i biologi dell’Università di Siena che stanno monitorando la presenza delle macro e micro plastiche nel mar Mediterraneo sono salpati ieri, lunedì 7 ottobre, da La Spezia, a bordo della nave idro-oceanografica Ammiraglio Magnaghi. La collaborazione della Marina Militare con l’Università di Siena, iniziata sulla nave Vespucci nel mese di settembre, con il campionamento del tratto di mare lungo la rotta Livorno-Tolone, prosegue dunque a bordo del Magnaghi, dove i ricercatori affiancheranno gli specialisti della Marina Militare in una sistematica attività di campionamento dell’area situata tra La Spezia ed Alassio. Il progetto infine sarà ospitato a bordo di Nave Galatea.
“Plastic Busters”, un ampio piano di mappatura, analisi e divulgazione scientifica sull’inquinamento marino dovuto alle plastiche, fa parte delle iniziative a favore della sostenibilità lanciate attraverso “Med Solutions”, il network per l’area del Mediterraneo, coordinato dall’Università di Siena, all’interno dell’iniziativa ONU “Sustainable Development Solutions Network”. Navigando nel mar Ligure, uno dei tratti di mare più industrializzati del Mediterraneo, i ricercatori dell’Ateneo senese, coordinati dalla professoressa Maria Cristina Fossi, mapperanno la presenza di macroplastiche e valuteranno la presenza di micro plastiche – frammenti al di sotto dei 5 mm che solitamente derivano dal disfacimento dei rifiuti – raccogliendo campioni di plancton in superficie e in profondità, per misurarne la contaminazione.
I biologi dell’Ateneo senese si avvarranno di strumenti di analisi e procedure validate in numerose campagne di monitoraggio ecotossicologico degli animali marini. Il progetto “Plastic Busters” si pone l’obiettivo finale, in una spedizione più ampia che si svolgerà nel 2014, di mappare la presenza di plastiche in tutta l’area del Mediterraneo, e valutarne le conseguenze sull’ambiente marino e sulla salute della sua fauna. Il Mare Nostrum essendo chiuso e densamente popolato, è infatti uno dei mari più inquinati al mondo dalla plastica: si stimano 3 miliardi di rifiuti, costituiti tra il 70 e l’80% da plastiche che contaminano la fauna marina e l’intera catena alimentare.