Rinascere per caso, in mezzo a un mare di telefonini
“Nel primo trimestre del 2010 sono stati venduti in tutto il mondo 314,7 milioni di telefonini (+17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e la stima è che entro la fine dell’anno potrebbe essere raggiunta la soglia record di 1,5 miliardi di cellulari”.
Inizia così la prefazione di Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori, al libro Rinascere per caso (Felici Editore, € 13,00) di Marco Santochi.
La prima domanda, che sorge spontanea, è: quanto dura mediamente un cellulare, vista la frequenza con la quale se ne acquistano di nuovi? Circa tre anni, ma la maggior parte delle persone lo cambia dopo appena sei mesi, col risultato che ne viene eliminato uno ogni 10 minuti.
E dove finiscono tutti questi rifiuti tecnologici? Marco Santochi, ingegnere e docente universitario di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione a Pisa, si interroga su questi temi in un “giallo ecologico” in cui la storia di due donne, apparentemente diverse, si intreccia indissolubilmente proprio a causa di un cellulare e di un’aria di Puccini.
La vicenda si tinge di toni surreali mentre seguiamo Sara, da poco rimasta vedova, sulle tracce del telefonino del marito che, inspiegabilmente, a pochi mesi dalla sua morte, ricomincia a mandare messaggi. Il viaggio di Sara si dipana attraverso la realtà del riciclaggio dei rifiuti elettronici dove il confine tra legalità e illegalità si fa sottile. Pagina dopo pagina il lettore apre gli occhi su quello che realmente significa smaltire un cellulare: la maggior parte di questi rifiuti viene infatti convogliato, secondo la ferrea logica NIMBY – Not In My Back Yard, “non nel mio giardino” – in villaggi cinesi dove le varie componenti vengono smontate, le parti in plastica vengono bruciate e tutti, bambini compresi, entrano in contatto con cadmio, piombo o mercurio senza la minima protezione.
In questo scenario di degrado si inserisce il percorso di Lina, l’altra protagonista del libro, una giovane ricercatrice che si batte per cambiare le cose grazie al frutto delle sue rivoluzionarie ricerche.
Una storia che salta dal passato al presente, da una donna all’altra, con una vivacità narrativa che cattura il lettore fino all’ultima pagina in un avvincente e toccante giallo dai risvolti sociali. Un libro che fa riflettere sulla bulimia consumistica con la quale ogni giorno ci troviamo a convivere, senza pensare che domani ci verrà presentato un conto salato.
Ilaria Burgassi